Informazione. I TG non sono la notizia | Marco Montemagno

Spesso confondiamo i media con la notizia, ma sono 2 cose ben separate. Vediamo perché l’informazione vera sia ben altra cosa in questo video di Marco Montemagno.

Introduzione

Nel 2007, due ricercatori hanno preso in considerazione 5000 disastri naturali e 700.000 articoli e video usciti in relazione a questi eventi sui media. Hanno visto qualcosa di molto interessante.

Il bias dei media

Hanno visto che, per una persona che muore per un incidente collegato ad un vulcano che erutta, servono 40.000 persone che muoiano di fame per creare lo stesso livello di attenzione della notizia. In altre parole, il tipo di disastro che avviene determina la notiziabilità; determina cioè se un media decide di dare copertura o meno alla notizia in questione.

Basta guardare un TG per accorgersi che le notizie che ricevono più copertura sono quelle raccontabili con maggiore drammaticità. Se, facendo vedere delle immagini, queste non raccontano niente, lo spettatore si annoia. Se, invece, qualcosa è drammaticamente notiziabile, a quel punto avrà più copertura.

Lo studio dimostra che i media, soprattutto i TG, non sono la notizia; c’è sempre un taglio soggettivo che sottende ad essa.  Per questo che gente come Elon Musk si lamenta, ed ha ragione a farlo, quando su tutti i giornali del mondo si dà rilievo alla notizia di un singolo incidente di una Tesla legato all’autopilot (il sistema di guida assistita di quelle auto).

Negli USA ci sono 40.000 morti all’anno per incidenti automobilistici. Questa, nel complesso, non è una notizia per i media, ma solo un dato statistico. Tesla, invece, in questo momento, rappresenta qualcosa di molto notiziabile, e che scatena l’appetito dei giornalisti.

I media non sono la notizia

No, non lo sono, si è appena visto, ed è bene ripeterselo spesso. Quello che vediamo, leggiamo ed ascoltiamo è sempre un’interpretazione. Ma non potrebbe nemmeno essere diversamente.

Ci si metta nei panni del direttore di un TG. Ogni giorno è tempestato dai lanci di agenzie; i suoi collaboratori gli segnalano le news più interessanti; poi c’è il suo personale “fiuto” nel cercare le notizie che più meritino. Si aggiunga la pressione a cui è sottoposto, magari dall’editore, dalla politica e da altro. In questo frullatore bisogna che decida, ogni giorno, le notizie da riportare al grande pubblico.

Se non utilizzasse un filtro secondo la sua sensibilità giornalistica, apprezzabile o meno, il TG durerebbe diversi giorni di fila per ogni edizione.

Conclusioni

I media non sono la notizia. Questo perché non sono nel business dell’informazione, ma dello storytelling, che è una cosa diversa. Basta tenere a mente questo, e selezionare di volta in volta che racconta le informazioni con l’angolo che aggrada di più in quel momento. E ben sapendo che non c’è niente di oggettivo, ma c’è sempre un taglio soggettivo, per necessità.

I TG non raccontano quello che è successo; sono a raccontare quello che vogliono farci ascoltare e vedere in base ai propri interessi (politici, culturali, sociali), e per restare a galla nel business, molto competitivo. In teoria, raccontano quello che pensano ci si voglia sentir raccontare.

Altri post che potrebbero interessarti