VAR (Value at Risk). Che cos’è e come funziona | Mauro Valentino

Il VaR (Value At Risk) è il principale indicatore di rischio di uno strumento finanziario, ed anche di un intero portafoglio titoli; consente di conoscere prima dell’investimento a quante perdite potenziali ci si sta esponendo. Ma non solo, il costante monitoraggio del VAR diviene determinante per mantenere l’intero portafoglio sempre in linea con il personale profilo di rischio. È una tecnica comunemente usata dalle banche d’investimento per misurare il rischio di mercato delle attività che detengono in portafoglio; non solo, è anche un concetto più vasto che ha molteplici applicazioni.

Il VaR è lo strumento di misura del rischio mercato di uno strumento finanziario o di un intero portafoglio, come detto. Ci indica la perdita potenziale massima che ci si può attendere con una determinata probabilità in un determinato orizzonte temporale.

Esistono diversi tipi di VaR. Il più utilizzato è quello che misura la perdita potenziale massima con una probabilità del 99% in orizzonte temporale di 1 giorno. E’ proprio da questo fatto che discende la necessità di monitorare giornalmente il portafoglio di investimento.

Esempio di VaR

Se un portafoglio ha un VaR del 2%, ho una probabilità del 99% che entro domani il medesimo non perderà più del 2%.

Bisogna ricordarsi che esiste una differenza fondamentale tra rischio di mercato e rischio di credito. Ovviamente, sono da monitorare entrambe. E questo perché devono essere in linea con la propensione al rischio dell’investitore.

È anche importante notare che questo indice non può anticipare cambiamenti nella composizione del portafoglio durante la giornata. Invece, riflette il rischio del portafoglio, data l’attuale composizione del portafoglio.

Altri post che potrebbero interessarti

Ottimizzato da Optimole