Quando i tassi di interesse salgono, i prezzi dei titoli obbligazionari a tasso fisso scendono, questo è abbastanza noto agli esperti del settore finanziario e generalmente anche gli investitori. Ma sappiamo veramente come si misura il rischio del tasso di interesse? In questo video di ConTEmplata alcune considerazioni sulla duration, un indicatore fondamentale per comprendere tale rischio.
Chi detiene titoli a tasso fisso, come i BTP, deve stare attento che, se i tassi si alzano, il prezzo dei medesimi potrebbe scendere.
Per farlo c’è un indicatore che si chiama duration. Questo ci dice, approssimativamente, quanto potrebbe scendere il prezzo di un titolo al variare di un punto percentuale dei tassi.
La formula è molto complicata e non è di interesse. La cosa essenziale da capire è che maggiore la duration di un titolo, maggiore è il suo rischio. Ad esempio, un titolo con duration 7 (anni) è maggiore di un titolo con duration 4.
Per capire quale effetto possiamo avere sul prezzo, basta notare una cosa; al variare di un punto percentuale, il titolo scende per una quantità pari alla duration modificata. Quest’ultima è la duration diviso 1 più il tasso di rendimento effettivo a scadenza. Quindi, un titolo con duration modificata di 7 vuol dire che, a fronte della salita dei tassi dell’1%, il prezzo dei titoli scende del 7%. Ma attenzione, la cosa funziona anche al contrario. Se i tassi scendono dell’1%, i prezzi aumentano dell’1%.
La duration può essere calcolata anche per un singolo titolo, ma anche per un portafoglio titoli. Si può, quindi, calcolare la duration anche per un fondo obbligazionario. In un portafoglio, normalmente, essa è la media ponderata delle duration dei titoli che compongono il portafoglio, ovviamente.
Significa che, per esempio, se un portafoglio ha duration 4, la media delle duration dei titoli lo compongono è tendenzialmente 4. E questa media serve per capirne il rischio, ma solo se si ipotizzano variazioni abbastanza ristrette dei tassi di interesse. Quindi, se questi ultimi possano scendere o salire dello 0,5%, al massimo di un punto percentuale. In questo caso la duration può essere una stima realistica del rischio.
Altro aspetto importante da ricordare, poco noto ai più, è che quando si ragiona di duration, si ipotizza che i tassi di interesse crescano tutti nella stessa maniera. Si ipotizza, cioè, che la curva dei rendimenti sia piatta, e che vi siano spostamenti paralleli della curva. Nella realtà la curva non è piatta, e normalmente i tassi a lungo termine sono più alti di quelli a breve termine.
Dunque, quando i tassi si alzano, non è detto che la curva si sposti in maniera parallela. Ad esempio, la curva può appiattirsi quando i tassi a breve si alzano, e può rimanere costante quando rimangono costanti i tassi a lungo termine. In questo caso la duration diventa molto approssimativa, e non è molto affidabile come indicatore per i fondi. Non dà, perciò, un’idea concreta di quello che possa essere il rischio di tasso di interesse.
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