Small cap italiane. La spinta di Piazza Affari | Morningstar

Luigi Degrada (Fideuram Italia) ricorda come le small cap italiane abbiano sovraperformato rispetto alle grandi società. Degrada gestisce il fondo Fideuram Italia, ed è il fresco vincitore del Morningstar Fund Award 2017 per la categoria Azionari Italia.

Il protezionismo di Trump consiglia prudenza, ma ci sono segnali d’ottimismo. I Pir spingono i flussi, e il settore bancario potrebbe tornare un’opportunità.

 

Se si guarda l’ultimo anno, il mercato italiano ha segnato un risultato complessivo positivo, ma al di sotto della media europea. Negli ultimi 12 mesi infatti, il Morningstar Italy Index è salito del 14%, contro però il +21% del Morningstar Eurozone Index (dati in euro al 13 aprile 2017). Quali sono le principali ragioni dietro questa sottoperformance?

Se si guarda l’indice delle maggiori capitalizzazioni, in effetti l’Italia è andata peggio. Questo a causa di due fattori: il primo è che tra le large cap il settore finanziario pesa molto, a differenza di quanto avviene in Europa, dove è più presente il fattore industriale. La seconda causa è il rischio percepito da parte degli investitori; pensiamo solo a quanto successo dopo la Brexit o prima del referendum italiano.

In realtà, se si allarga l’orizzonte, e prendiamo in considerazione le piccole e medie capitalizzazioni, il quadro cambia. Tra le small cap troviamo infatti una componente industriale importante, che infatti rappresenta l’eccellenza del nostro paese. Ci sono delle performance sull’indice Star che sono superiori al 30%. Un quadro allargato che è quindi positivo.

Guardando invece al futuro, cosa ci si aspetta da Piazza Affari da qui alla fine dell’anno, anche per le small cap?

Bisogna sempre andare molto cauti con le previsioni. Le variabili e le sorprese possono essere molte, e alcune sono veramente di difficile lettura. Su tutte, quella che sarà veramente la politica di Trump. È stato eletto da pochi mesi; ha sicuramente avuto un effetto molto positivo sui mercati, però alla prova dei fatti ha già fatto dei cambiamenti sostanziali, ad esempio in politica estera. Vedremo quali provvedimenti adotterà alla fine in campo fiscale ed a livello di protezionismo. Questo potrebbe avere un grosso impatto su tutta l’Europa.

Detto questo, per quanto riguarda il mercato italiano e i mercati internazionali, ci sono degli spunti di ottimismo. Tali spunti giustificano l’andamento positivo dall’inizio dell’anno. Per esempio, le buone condizioni societarie; oppure i tassi d’interesse ancora bassissimi. Ciò potrebbe portare un possibile afflusso di mezzi finanziari che dalla parte obbligazionaria passano a quella azionaria in cerca di rendimenti più interessanti.

Specificatamente al mercato italiano, si può pensare anche all’impatto che possono avere i PIR, coi recenti incentivi fiscali. I PIR stanno attirando flussi e interesse sulle medium e small cap, e in generale sull’azionario italiano.

L’anno scorso si è parlato molto del settore bancario italiano, settore che pesa molto sulla nostra Borsa. Come si valuta attualmente il settore finanziario?

È indubbiamente l’elemento più controverso del mercato italiano in questo momento; la naturale conseguenza è la volatilità che si osserva su questo settore. Attualmente si consiglia una posizione cauta, privilegiando altri settori. Detto questo, ci sono valutazioni che sono ai minimi storici, e spunti che possono essere interessanti dato il tendenziale miglioramento dei tassi.

Si sta valutando da vicino il settore. Probabilmente, dopo le elezioni francesi e in concomitanza dei risultati del primo trimestre, che non dovrebbero essere troppo felici, forse ci potrebbe essere un buon punto d’ingresso sul settore bancario.

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