Scenario macroeconomico. L’outlook di Alberto Cattaneo | Ersel

Intervista ad Alberto Cattaneo, del team delle gestioni patrimoniali Ersel, in merito allo scenario macroeconomico globale.

Lo scenario macroeconomico globale. Occupazione e salari

Da inizio anno, l’economia mondiale si caratterizza per una fase di sincronizzazione del ciclo manifatturiero e dei profitti. Questo fenomeno è positivo sul lato della crescita; non sta però generando delle pressioni sul lato inflattivo. La ragione è data dal fatto che non ci sono significativi movimenti al rialzo sul lato dei salari.

Situazione particolare, in quanto in alcune realtà come States e Giappone, il mercato occupazionale è vicino al pieno impiego. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che le percentuali di disoccupazione di queste nazioni sono compatibili con livelli a cui si dovrebbe assistere ad una rialzo dei salari. Questa cosa, però, come detto, non sta avvenendo.

La stessa cosa sta accadendo in Europa. Alcune realtà, in questa zona, (Spagna, Francia, Italia) non presentano però ancora mercati del lavoro a pieno regime. Qui i tassi di disoccupazione sono molto più alti; vuol dire che vi è manodopera in eccesso che deve ancora trovare occupazione. Questo è il motivo per cui, per esempio da noi, i salari stentano ancora a ripartire.

Il caso tedesco

Più particolare ancora il caso tedesco. Qui siamo vicini alla piena occupazione. Ma i salari non salgono neanche in Germania.

Ci sono due possibilità perché questo non accade. La prima è che ci sia meramente un lag temporale tra la situazione sul mercato del lavoro e le prime rivendicazioni salariali, e conseguenti aumenti di retribuzione. La seconda fa leva più sulla struttura altamente flessibile e di mobilità del mercato del lavoro. In questo caso, è difficile che il potere contrattuale sia nelle mani dei lavoratori, e che questi possano spuntare salari più alti.

Quale delle due possibilità sarà quella più corretta potremo vederlo solo con il passare del tempo. Quello che conta è che adesso non ci sono tensioni sui salari, e quindi non ci sono tensioni sull’inflazione.

Banche centrali

Le banche centrali prendono nota di questo fatto, e continuano ad avere un’atteggiamento estremamente accomodante. E’ vero che la FED sta rialzando il costo del denaro, ma lo fa in maniera graduale. Soprattutto, cerca di non dare scossoni ai mercati ed all’economia.

La BCE è ancora più accomodante. Gli stimoli in essere sono stati mantenuti e confermati nell’ultima riunione. Non ci sono aspettative che questo cambi, almeno per tutto il 2017.

In sintesi, lo scenario è quello di un supporto ancora significativo da parte delle anche centrali sia alla ripresa economica in atto, sia alle asset class di rischio.

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