Lo scenario economico presentato da Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM Italia.
Come sarà il 2017 si sostanzia in due domande secche. Cosa farà Trump e cosa farà la Fed? A queste domande, naturalmente, non può rispondere nessuno. Il ricordo di un sorprendente 2016 è ancora lì, a ricordarci la temerarietà delle previsioni. Come diceva un celebre economista, “le previsioni servono per dare dignità all’astrologia.”
La variabile dominante del 2017 sarà l’incertezza politica. I primi sei mesi saranno il momento della verità per l’amministrazione Trump. Dovrà dimostrare se ed in quale misura saranno onorate le promesse elettorali. Fisco, immigrazione, protezionismo commerciale, investimenti in infrastrutture, spese militari, controllo del debito sono in aperta contraddizione.
Se Trump dovesse introdurre controlli tariffari sul commercio internazionale, ci sarebbero problemi per le economie emergenti. Il favore dei mercati potrebbe quindi arrivare ad esaurimento. Al contrario, le misure fiscali espansive alimenteranno l’entusiasmo dei listini.
La FED ha già deciso per tre aumenti del rialzo dei tassi nel 2017. Non dimentichiamo, però, che l’anno scorso entravamo nel 2016 stimando quattro aumenti. Come si sa, ce ne sono stati solo due. Variabile decisiva sarà il rendimento del Treasury decennale. Due forze possono limitarne la salita. Differenziale di rendimento reale con euro e yen, ed il debito pubblico. Una politica fortemente espansiva della nuova amministrazione farebbe correre l’economia. Effetti sarebbero inflazione, più rapida normalizzazione dei tassi, rendimenti del decennale in salita, ricadute negative sugli EM.
La crescita globale prosegue. Un anno fa c’era panico e contagio. I mercati azionari erano terrorizzati dal potenziale stop della crescita economica. Invece, nel corso del 2016, la crescita ha ripreso vigore, accelerando nell’ultima parte dell’anno. Ottimismo su crescita e profitti. Bond nella polvere, azioni sugli scudi. E’ tornata pure l’inflazione, sia in USA che in Europa, seppur con debite differenze.
I mercati finanziari hanno risposto al cambio positivo di scenario economico con nuovi record. Sono stati sostenuti dai settori più legati ai temi ciclici e di reflazione. Quest’anno i rischi deriveranno dall’imprevidibilità e dall’incertezza della politica. Ma ce ne saranno anche dall’eccesso di aspettative sui fondamentali. Ci sono buone ragioni per essere ottimisti sulla crescita, ma non vanno trascurate due forze contrarie.
Queste sono la contrazione delle forza lavoro e la bassa produttività, ed il rapporto P/E aggiustato per il ciclo economico. Attualmente è 28, molto superiore alla media storica (quindi, valutazioni aziendali care). Queste ultime da sole non sono affidabili, ma vanno comunque tenute di conto prima di aumentare ulteriormente l’esposizione al rischio.
Ci sono tutte le caratteristiche per un 2017 sorprendente, come è stato il 2016. Approfittiamo del momento positivo, resistendo però alle sirene dell’euforia. Non credere alle sirene personali, ma basarsi sull’oggettività dei fatti. Come Ulisse, bisogna resistere, magari usando le corde dell’antifragilità. Evitare l’incertezza è impossibile. Giocare il timing è velleitario. La cosa migliore è prepararsi. Scommesse direzionali troppo sensibili alla mutevolezza degli scenari.
I portafogli antifragili, al contrario, ammettono l’impossibilità delle previsioni, ma sono quanto più possibile diversificati tra tutte le varie asset class. Siamo in fase di crescita economica e rendimenti in rialzo. Ciò suggerisce una minore esposizione ai titoli di qualità e difensivi, a favore dei settori ciclici e value. Nella parte obbligazionaria, meglio evitrare esposizione al rialzo dei tassi. Nelle valute forte dei mercati emergenti, il segmento degli MBS.
You can see how this popup was set up in our step-by-step guide: https://wppopupmaker.com/guides/auto-opening-announcement-popups/
You can see how this popup was set up in our step-by-step guide: https://wppopupmaker.com/guides/auto-opening-announcement-popups/