Intervista a Fulvio Martina, responsabile delle strategie flessibili nel team delle gestioni patrimoniali del Gruppo Ersel.
Il 2016 è stato l’anno in cui gli eventi geopilitici hanno influenzato i mercati finanziari, portando parecchia volatilità. Pensiamo a Brexit, alle elezioni USa ed al referendum italiano. Un breve sguardo al 2017 ci fa capire come anche quest’anno sarà difficile e denso di appuntamenti. Elezioni politiche in Francia a fine aprile. Elezioni politiche in Germania. Congresso del partito comunista cinese (nomine di parte della nuova dirigenza). Insediamento di Trump come nuovo presidente, e suoi primi atti.
Divisione equa tra Europa ed America nelle azioni. Selezione di singoli nomi, circa un centinaio, scelti con criteri di profittabilità e prospettive di rendimento. Molti indicatori analizzati e presi in considerazione, raggruppabili in quattro grandi gruppi. Un gruppo di metriche di valore, uno di metriche di qualità, un altro di profitabilità ed infine di redditività.
Nel portafoglio obbligazionario, siamo costruttivi nel settore dei corporate HY europei. Visto il profilo rischio-rendimento, il contesto europeo resta favorevole dal punto di vista dei tassi. Abbiamo tassi bassi e li avremo ancora per un periodo prolungato viste le ultime decisioni della BCE. Stante questo, le obbligazioni HY offrono rendimenti decisamente interessanti.
Sul mondo investment grade invece le cose sono molto meno interessanti. Abbiamo quindi disinvestito parte della quota, investendola in fondi alternativi, sempre sul credito. Questi ultimi sono di tipo long-short. Siamo quindi ancora investiti sul credito, scegliendo di approcciarlo in maniera diversa ed alternativa.
Parte della liquidità è stata poi investita in fondi alternativi event-driven merger & acquisitions. In questa area c’è un numero di operazioni elevate, che consente di avere un portafoglio ben diversificato. In questo contesto di tassi bassi, è un’area decisamente interessante. I fopndi long-short e event driven rappresentano un 20% del portafoglio sul credito.
Per quanto concerne il credito governativo, dopo lo storno di dicembre sul decennale americano, abbiamo incrementato la posizione sul medesimo. Lo abbiamo fatto quando le acque si sono calmate dopo l’elezione di Trump.
Nel settore valutario, abbiamo una posizione long sul dollaro contro euro, ma più contenuta rispetto agli ultimi anni. Questo perché il dollaro ha già corso molto nei confronti di tutte le principali valute. Teniamo d’occhio le scelte della nuova amministrazione USA. Vediamo se la grande espansione fiscale promessa verrà tradotta in atti concreti. Se accadrà, incrementeremo nuovamente la posizione. Ciò accadrà anche perché la FED, di conseguenza, dovrà rivedere la propria politica di rialzo dei tassi. Al momento rimaniamo più prudenti su questa posizione.
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