Secondo Sébastien Thévoux-Chabuel (Comgest), il modo in cui una società è gestita determina i rischi d’investimento e la capacità di durare nel corso del tempo. Gli investitori “responsabili” sono sempre più esigenti. Gli ESG (abbreviazione di Environmental, Social e Governance), cioè gli investimenti socialmente utili, sono sempre più utilizzati.
Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti su Morningstar. L’investimento socialmente responsabile è una tematica che sta guadagnando sempre più interesse tra gli investitori. Ne parliamo oggi con Sébastien Thévoux-Chabue,l analista e gestore focalizzato sulla strategia ESG per Comgest. Buongiorno Sébastien e grazie di essere qui.
Sébastien Thévoux-Chabuel: Buongiorno.
Thévoux-Chabuel: È difficile rispondere a questa domanda. Molto dipende dal settore, dal paese e dalla storia dell’azienda. La premessa per sapere quali sono i criteri ESG più pertinenti è conoscere bene l’azienda. Tuttavia, se dovessi rispondere in maniera generale e per ordine d’importanza, direi in primo luogo la governance- Questo perché indica i rischi a livello della struttura dei poteri, dei contro poteri, e la capacità dell’azienda a determinare delle priorità e a mantenerle nel tempo. Alla fine, la governance permette di entrare nella testa dell’azienda.
Per quanto riguarda i fattori sociali, essi rivelano il comportamento dell’azienda verso i propri azionisti, e la sua capacità di creare goodwill o badwill. Se la società ha cuore, si dimostra pronta a condividere una parte del valore creato.
I fattori ambientali, anche se molto dipende dal settore, misurano l’impatto dell’attività dell’azienda, se le sue “impronte” (ambientali, Ndr) sono positive o negative, e qual è la taglia dei suoi piedi.
Thévoux-Chabuel: Capisco lo scetticismo, ma ricordo che la ricerca accademica è ancora molto divisa sul tema. La metà degli studi dimostra una sovraperformance potenziale e l’altra metà una sottoperformance potenziale legata all’approccio ESG. Credo che la differenza stia su due livelli. Innanzitutto, l’integrazione ESG si fa in maniera naturale, sincera e armoniosa all’interno dei team di analisi finanziaria e extra-finanziaria? E poi, l’analisi ESG arricchisce e affina il processo d’investimento, o no?
Tipicamente, per un investitore a lungo termine e quality growth come Comgest, l’analisi ESG è una parte essenziale della nostra gamma di strumenti per identificare le anomalie di mercato.
Thévoux-Chabuel: In Comgest in effetti constatiamo una crescita constante dell’interesse verso questo approccio tra i nostri clienti a livello globale. Allo stesso tempo le loro richieste evolvono e diventano sempre più esigenti. Cercano assolutamente la performance finanziaria ed extra-finanziaria, senza compromessi. Da questo punto di vista, l’offerta forse non è sempre stata all’altezza delle aspettative.
Ad esempio, molti dei nostri clienti potrebbero chiedersi perché nei portafogli ESG di alcune società di gestione si trovano titoli come Exxon Mobil o Total. Detto questo, credo che i gestori debbano a un certo punto saper dimostrare, attraverso parametri obiettivi e chiari, qual è la performance extra-finanziaria dei loro fondi. Da questo punto di vista, l’impronta di carbonio (carbon footprint, Ndr) del portafoglio può effettivamente essere utile a dimostrare la performance extra-finanziaria. Può esserlo anche la creazione netta di posti di lavoro. Soprattutto, se queste performance sono confrontate con un indice o a dei fondi della stessa categoria Morningstar.
Baselli: Grazie mille Sébastien.
Thévoux-Chabuel: Grazie.
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