Le poste e gli investimenti immobiliari. Le poste sono sempre state ritenute una colonna portante per quanto riguarda la tutela del capitale degli Italiani. E’ veramente cosi? GPInvest indaga.
Ah, le Poste. Colonna portante del risparmio degli italiani non è vero? I nonni, a loro tempo, ci hanno fatto quasi certamenteil libretto postale. Quindi le poste sono un valido interlocutore a cui chiedere consigli riguardo al nostro denaro? Se ne parla in questo video.
Poste ed immobili
Allora… le Poste nell’ultimo periodo sono state coinvolte da una serie di notizie non troppo rassicuranti. Un fondo chiamato fondo Obelisco, che è stato collocato dalle Poste, negli anni passati, ha riportato perdite del 99%. Ripetiamolo insieme: 99%. Quante probabilità hai di recuperare una perdita del 99%? Praticamente nessuna.
Quindi, una perdita del 99% equivale ad aver bruciato il capitale.
Le Poste, purtroppo, hanno dei precedenti perché hanno avuto problemi con altri fondi immobiliari che hanno collocato, e questi fondi si chiamavano Fondo IRS e Fondo Europa Immobiliare 1; anche per questi fondi ci sono stati grossi problemi di performance, però per quanto riguarda il nostro amato fondo immobiliare Obelisco questo ha raccolto 172.000.000 euro, e ad oggi ne vale poco più di 3 milioni. Quindi questa è una vera e propria catastrofe finanziaria per il fondo e per i suoi investitori. Ma
cerchiamo di entrare in profondità. Cerchiamo di capire bene che cosa è successo.
Cosa è successo
Le Poste hanno collocato un fondo. Questo fondo, infatti, non è di proprietà , non viene gestito dalle poste stesse, ma viene gestito da una SGR, una società di gestione del risparmio, chiamata InvestiRe,dove RE sta probabilmente per real estate. Perché è un fondo immobiliare. Quindi, da una società di gestione del risparmio ci si aspetta una certa competenza nel gestire il risparmio.
Evidentemente così non è. Quindi le Poste hanno semplicemente collocato il fondo, in altre parole cosa significa che hanno venduto il fondo ai propri risparmiatori; di fatto, facendo da intermediario tra la società di gestione del risparmio e il risparmiatore, vendendo questo fondo hanno percepito una commissione. Dal punto di vista legale, le Poste sono a posto. Nel senso che hanno fatto firmare un documento di adeguatezza al risparmiatore, il quale accettava il rischio intrinseco del
fondo che stava andando ad acquistare, quindi le poste hanno scaricato la responsabilità su un risparmiatore quindi, dal punto di vista prettamente legale, sono esenti da qualunque tipo di critica, perché hanno collocato un prodotto adeguato al profilo del risparmiatore.
L’aspetto etico
Però quello che dovremo valutare è probabilmente l’aspetto etico di questa consulenza. Perché? Perché se da un punto di vista legale, le Poste, ripetiamo, sono a posto, dal punto di vista etico, dal momento che hanno guadagnato una commissione, ecco… potremmo disquisire, potremmo argomentare, se il comportamento che hanno adottato è nel reale ed esclusivo interesse del cliente, o meglio sappiamo che non c’è da argomentare perché, guadagnando una commissione sulle vendite, le Poste hanno venduto un prodotto, e non hanno venduto un servizio di consulenza al risparmiatore, e quindi sono afflitte da un conflitto di interesse, come qualunque altro interlocutore bancario, promotore finanziario, etc..
Quando c’è un conflitto di interessi l’interesse del collocatore, dell’intermediario, è appunto quello di collocare il prodotto, guadagnare una commissione; è semplicemente verificare che il prodotto sia adeguato al profilo di rischio del cliente, non ha alcun interesse di massimizzarne il potenziale guadagno oppure di ridurre i costi, le tasse, eccetera.
Quindi arriviamo ad un paradosso, è questo è il paradosso della legge italiana. Per quanto riguarda il risparmio, da un lato abbiamo le poste che hanno collocato un prodotto, hanno scaricato la responsabilità sull’investitore, dall’altro abbiamo degli investitori con delle perdite del 99%, e quindi viene da chiedersi: Ma chi paga? Chi è responsabile di una perdita del 99% del capitale dei risparmiatori, punto di domanda?
Chi paga?
Nessuno, o meglio il risparmiatore stesso, perché purtroppo non esiste legge che tuteli un risparmiatore che non allinea i propri interessi con quelli del proprio interlocutore finanziario, che sia una banca o alle poste; non esiste legge che possa difendere un risparmiatore che firma in modo inconsapevole dei documenti o che acquista dei prodotti senza conoscerne esattamente le caratteristiche, i rischi, oppure le potenziali opportunità. Quindi, la morale di questa storia è molto triste, ma è che il risparmiatore, anche se ci sono delle regole (ricordiamoci che da gennaio 2018 è in vigore la MIFID II, ulteriore tutela nei confronti dei risparmiatori, e pensiamo a tutte le nuove regolamentazioni che arriveranno, infatti si parla già di MIFID 3…) bene, qualunque sia la regolamentazione non esiste normativa che possa tutelare un risparmiatore inconsapevole e parzialmente irresponsabile.
Se siete tra quelle centinaia migliaia di risparmiatori che stanno perdendo soldi col fondo Obelisco, purtroppo, per voi non c’è molto da fare, recuperare una perdita del 99%, è oggettivamente impossibile. Quindi quello è denaro che bisogna dare per perso, è triste, ma purtroppo è così. Per tutti gli altri, o anche nel caso di questi risparmiatori, che adesso vogliono adottare delle tecniche, delle soluzioni per evitare di commettere questo errore in futuro, il suggerimento è lo stesso, bisogna allineare i propri interessi a quelli del proprio interlocutore, bisogna comprare un servizio di consulenza, non un prodotto.
Conclusioni
Purtroppo siamo così abituati ad andare in banca e ricevere una consulenza che di fatto non è altro che la vendita di un prodotto. Abbiamo mai trovato qualche consulente bancario che ci dicesse: vista l’attuale condizione dei mercati, la cosa migliore da fare è non investire? Ecco, questo può succedere, ci sono dei momenti di mercato, delle anomalie macro-finanziarie, in cui magari la cosa migliore da fare è non investire. Avete mai trovato un consulente finanziario in banca o alle poste che vi dicesse di non investire?
Immaginiamo che, nel 99%, dei casi la risposta sia no. Perché? Perché devono vendere un prodotto, devono generare commissioni per rispettare un budget. Quindi non comprate prodotti; casomai comprate un servizio di consulenza ed allineate sempre gli interessi.
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