Inflazione. Che cos’è, spiegata bene | Museo del Risparmio

Che cos’è l’inflazione? Ve lo spieghiamo con questa video-pillola della serie Edupop – la nuova educazione finanziaria, a cura del Museo del Risparmio. I prezzi aumentano e, talvolta, diminuiscono. L’inflazione indica il fenomeno per il quale col passare del tempo i prezzi di acquisto dei prodotti e dei servizi tendono in genere ad aumentare. Tuttavia, in alcuni periodi si può verificare una riduzione dei prezzi, definita deflazione. Particolare attenzione viene rivolta da parte degli economisti ai fenomeni di inflazione e deflazione per comprendere le cause ed elaborare interventi che permettano di controllarli e di valutarne gli effetti sull’economia

Cos’è l’inflazione e come si misura

Con il termine inflazione si indica l’aumento nel tempo dei prezzi. Per misurare tale incremento si utilizza il tasso di inflazione, ricavato in base a una formula matematica che permette di confrontare i prezzi di uno stesso bene in due diversi anni. Per valutare l’andamento dei prezzi di un mercato che produce diversi beni e servizi è necessario costruire un indice dei prezzi, ossia un numero, ricavato in base a complicate formule matematiche, che tenga in considerazione i prezzi di tutti i beni e servizi in relazione al loro contributo alla produzione totale di un paese. Il tasso d’inflazione indica in questo caso l’incremento dell’indice dei prezzi nell’arco temporale e dà conto dell’andamento medio dei prezzi di un paese.

Perché i prezzi tendono ad aumentare

Il tasso d’inflazione varia nel corso del tempo, da paese a paese e, all’interno dello stesso Stato, da prodotto a prodotto. Cosa determina questo incremento dei prezzi? Sono soprattutto tre i motivi a cui si può ricondurre l’inflazione. In primo luogo, i prezzi possono aumentare a seguito di un incremento dei costi sostenuti per la produzione. Quando si verifica, per esempio, un aumento del salario dei lavoratori oppure un innalzamento dei costi delle materie prime utilizzate nella produzione, le imprese che intendono mantenere lo stesso guadagno aumentano i prezzi di vendita. In secondo luogo, l’inflazione è anche determinata da aumenti della domanda da parte dei consumatori che le imprese sono disposte a soddisfare solo in cambio di un incremento dei prezzi. Infine, i prezzi si innalzano quando la banca centrale immette sul mercato molta moneta.

La spirale inflazionistica

In seguito all’incremento dei prezzi la moneta perde valore. Sulla base di questa osservazione, immaginiamo come cambia la situazione di Caio che ha ricevuto un prestito di 100 euro da Tizio e che verso di questi è pertanto debitore. In seguito all’inflazione, l’anno successivo il credito di Tizio nei confronti di Caio, anche se rimane di 100 euro, perde di valore. Pertanto in presenza di inflazione i debitori traggono vantaggi dalla perdita di valore del denaro ricevuto in prestito a scapito dei creditori. In generale, tutti coloro che guadagnano un salario fisso o percepiscono una pensione vengono svantaggiati dal minore valore della moneta ed è per questo motivo che periodicamente i salari e le pensioni vengono ricalcolati (indicizzati) in base all’andamento dei prezzi. Tuttavia tali adeguamenti salariali possono avere effetti molto negativi sull’economia del paese a causa della cosiddetta spirale inflazionistica. L’aumento dei salari potrebbe infatti spingere l’imprenditore che intende mantenere lo stesso profitto a innalzare i prezzi generando nuova inflazione che a sua volta spinge al rialzo i salari indicizzati. In questo modo il livello dei prezzi sfugge al controllo delle autorità economiche e il paese rischia di entrare in situazioni di inflazione galoppante (con tassi superiori al 5%) o addirittura di iperinflazione (superiori al 20%).

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