Questo video è stato realizzato nell’ambito del MOOC di educazione finanziaria “Finanza Per Tutti” prodotto da Politecnico di Milano in collaborazione con Altroconsumo.
Marco è molto interessato alle obbligazioni per investire il suo denaro, ma sa bene che prima di investire è una buona idea chiarirsi ogni dubbio.
Per farti capire come si determina il prezzo di un’obbligazione, dobbiamo prima parlare di tassi di interesse di mercato, lascia quindi che te li spieghi.
I tassi di mercato sono dei tassi di interesse definiti per le diverse scadenze rispetto alle quali presti denaro. Puoi investire il tuo denaro in due modi: comprando un titolo dall’emittente, oppure depositando il denaro su un conto. Partiamo da un caso semplice. Immaginiamo che quelli qui a fianco siano i tassi di interesse di mercato per un determinato emittente, cioè i tassi di interesse annuali a cui puoi prestare denaro ad un’emittente che può essere una banca o uno Stato. Come vedi, il tasso di interesse annuale, che indichiamo con i(1), è pari al 2.9%. Questo significa che se presti 100 oggi sul mercato a questo emittente con l’impegno da parte sua a restituirteli fra 1 anno, otterrai 102.9, cioè 100 per (1 + i(1)), dove i(1) rappresenta il tasso di mercato per scadenza ad 1 anno. Il tasso di interesse a 3 anni, i(3), è invece pari al 4.5%. Se quindi presti 100 oggi sul mercato con restituzione tra 3 anni, otterrai 114.12 tra 3 anni, cioè 100 per (1 + i(3)) al cubo. Attenzione! Non fare l’errore di calcolare il montante tra 3 anni come 100 per (1+ i(3)).
Sì, infatti stiamo usando la legge di capitalizzazione composta. Però per il conto corrente non esiste una scadenza vera e propria: puoi ritirare i tuoi risparmi in un qualunque istante. Di conseguenza, il tasso di interesse del conto corrente non è associato ad una scadenza particolare e non lo trovi nella curva dei tassi. I criteri usati dalle banche per fissarli non sempre sono chiari. Il tasso del conto corrente è però solitamente ancorato all’andamento dei tassi di mercato a breve termine (la cosiddetta parte corta della curva, quella relativa a scadenze inferiori all’anno).
Solitamente la curva dei tassi è crescente perché al crescere delle scadenze presti denaro per più tempo, ti vincoli più a lungo e quindi vuoi essere remunerato di più. Ma non sempre è così. Due sono i fattori che influenzano l’andamento delle curve dei tassi di interesse: le aspettative sui tassi di interesse in futuro e il rischio di fallimento della controparte.
Beh, provo a spiegartelo con un esempio. Immagina di voler prestare con scadenza a 4 anni. Il tasso di interesse a 4 anni è indicato sulla curva dei tassi che vedi qui a fianco. Ora però supponi di possedere un’informazione sull’andamento futuro dei tassi, ovvero che tra 2 anni i tassi di interesse di mercato vadano ad aumentare. Con questa informazione, cosa pensi sia meglio: investire oggi per 4 anni oppure investire per 2 anni, disinvestire e poi investire nuovamente per altri 2 anni?
Esatto! E questo fa lievitare i tassi di interesse a 4 anni rispetto a quelli a 1 o 2 anni. Nei fatti sai che tra 2 anni potrai investire a condizioni di tasso più elevate. Questo porta ad un aumento dei tassi di interesse più a lungo termine. Ecco spiegato l’effetto delle aspettative sui tassi. Se ti aspetti invece una diminuzione dei tassi potresti osservare un fenomeno assai raro, per cui il tasso di interesse annuale su scadenze lunghe è più basso di quello su scadenze a breve termine.
Su un orizzonte temporale più lungo è più probabile che una società che emette obbligazioni fallisca. Tu chiederai una remunerazione maggiore per questo rischio e questo fa sì che il tasso di interesse di mercato a 10 anni sia di norma superiore al tasso di interesse di mercato ad 1 anno.
In base a quello che abbiamo detto finora, si può dedurre che non esiste un’unica curva dei tassi di mercato: la curva dipende dalla rischiosità della società o dello Stato che emette dei titoli, in quanto il loro rischio di fallimento varia. Per ogni Paese tipicamente abbiamo una curva dei tassi di interesse, che riguarda l’investimento in titoli di Stato. Possiamo poi fare riferimento a curve dei tassi di un’emittente corporate a seconda del rating dell’emittente: tanto maggiore è il suo rischio di default, e quindi più basso il rating, tanto maggiore sarà il tasso di interesse che il mercato chiede per effettuare il prestito. Puoi conoscere il tasso di interesse di mercato per una determinata scadenza, riferito ai principali Stati, aprendo un giornale finanziario e consultando quella che si chiama la curva dei tassi di interesse di mercato. Ecco qua la curva dei tassi per l’Italia a settembre 2016!
Vuol dire che se presti denaro a breve termine non ricevi interessi, anzi dovrai pagare per prestare soldi.
Hai perfettamente ragione. Figurati che oggigiorno gli operatori finanziari dicono che siamo entrati nel territorio sconosciuto dei tassi di interesse negativi! Siamo in un modo “drogato”. Siamo all’assurdo che devi pagare per prestare i soldi!
Se depositi i tuoi risparmi sul conto corrente non paghi nulla, come interessi, in quanto nessuna banca applica, almeno per il momento, tassi di interesse negativi, ma se proprio vuoi comprare un titolo di Stato, sappi che potresti anche ottenere un tasso di rendimento negativo. Eccoti un esempio: a settembre 2016 un BOT con scadenza febbraio 2017 costa 100.12 €. Oggi paghi 100.12 € per ricevere 100 € fra 5 mesi: non un grande affare!
Tipicamente è la cosiddetta legge della domanda e dell’offerta. Ad esempio, se il mercato è inondato di liquidità i tassi saranno bassi in quanto saranno in tanti ad offrire risorse; in questo caso, infatti chi vuole prendere a prestito denari potrà spuntare una buona condizione di tasso.
Sì, è quello che sta succedendo adesso con la Banca Centrale Europea, o BCE, che compra titoli di Stato e per farlo stampa moneta che immette sul mercato. Il cosiddetto Quantitative Easying. Puoi avere un’idea dell’impatto del Quantitative Easying sull’andamento dei tassi di mercato andando a considerare l’evoluzione nel tempo di uno dei tassi di mercato più importanti, il tasso Euribor. Questo tasso ha scadenza a 3 o 6 mesi ed è utilizzato ad esempio nella definizione dei contratti di mutuo. L’Euribor è il tasso a cui le banche si prestano fra loro risorse finanziarie a 3 o 6 mesi. In questo grafico puoi osservare l’andamento dell’Euribor a 3 e 6 mesi da febbraio 2012 a febbraio 2016. Guarda cosa è avvenuto da gennaio 2016 in poi! Da quando la Banca Centrale Europea ha iniziato a immettere grandi quantitativi di liquidità sul mercato questi due tassi di mercato si sono abbassati notevolmente, diventando persino negativi.
You can see how this popup was set up in our step-by-step guide: https://wppopupmaker.com/guides/auto-opening-announcement-popups/
You can see how this popup was set up in our step-by-step guide: https://wppopupmaker.com/guides/auto-opening-announcement-popups/