Profitti. Contano ancora qualcosa per le aziende? | Financial Times

Uber. Lyft. Snap. Questi gruppi tecnologici statunitensi hanno oscillato con valutazioni multimiliardarie, eppure tutti hanno subito perdite lo scorso anno, esclusioni una tantum. Ma i successi tecnologici come Google e Facebook hanno reso gli investitori più disposti ad aspettare che le aziende realizzino un profitto. Nel frattempo, il motivo stesso del profitto è sotto attacco, accusato di promuovere la disuguaglianza. Alla luce di ciò, Jonathan Guthrie del FT chiede: “I profitti sono ancora una buona cosa?

Questa non è una nuova domanda. Era sulle labbra di tutti, nei distretti finanziari della fine degli anni Novanta. Una precedente generazione di gruppi tecnologici in perdita ha attratto ingenti investimenti. Molti fallirono nella rotta tecnologica del 2000. Questa volta, i produttori di perdite hanno peer estremamente redditizi come Google e Facebook a cui puntare. Questi hanno dimostrato che i pazienti imprenditori e i venture capitalist possono creare imprese preziose.

Gli analisti insistono quasi ciecamente sulla valutazione delle azioni rispetto ai guadagni previsionali del prossimo anno. Questo funziona per le aziende mature. Non funziona per quelle a crescita rapida. Sembrano sempre troppo care. Né ha senso valorizzarle sui guadagni tra cinque nebulosi anni. Invece, decidi se pensi che il modello di business funzionerà, o no.

Investire è come il Test del marshmallow. Questo valuta l’abilità dei bambini per la previdenza offrendo loro un marshmallow ora, o due dopo. L’investitore rinuncia a piccoli guadagni a breve termine a favore di rendimenti più ampi e meno precisi. I successi della tecnologia hanno reso gli investitori più disposti ad aspettare.

Per esempio, la società di noleggio di Lyft punta le speranze di redditività sui taxi a guida autonoma. Questi non saranno fattibili per molti anni, se mai lo saranno. Le perdite possono quindi diventare un distintivo d’onore. Sono un segno di ambizione visionaria. Mostrano anche ai clienti che non vengono derubati. Adam Smith, un autentico visionario economico, avrebbe visto i profitti sostenibili dei giganti tecnologici maturi come prova del fallimento del mercato.

Una battaglia reale sul loro dominio finanziario e culturale è già iniziata. I profitti avranno sempre importanza, nel bene o nel male.

Altri post che potrebbero interessarti