Fed a carte scoperte, Draghi gioca in difesa | IG Italia

Fed a carte scoperte, Draghi gioca in difesa. L’update di IG Italia sui mercati a cura di Vincenzo Longo.

Banche centrali

Apertura di settimana in calo sulle borse europee, appesantite da un clima di generale cautela dopo le ultime minacce missilistiche della Corea del Nord. I nordcoreani hanno infatti lanciato quattro missili, di cui tre sono finiti nelle acque territoriali giapponesi. Gioca a sfavore anche l’aumento di capitale da 8 miliardi di Deutsche Bank, il terzo dal 2013.
Se, da un lato, gli operatori continuano a metabolizzare il rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed a marzo, dall’altro rimangono in attesa di maggiori chiarimenti da parte della Bce nella riunione di giovedì.
Il numero uno dell’Istituto di Francoforte, Mario Draghi, dovrà fronteggiare le crescenti pressioni sulla politica monetaria accomodante dopo i dati sull’inflazione di febbraio.
Nonostante tutto, crediamo che Draghi abbia ancora qualche carta da giocarsi; l’inflazione core è ancora ferma ancora sotto all’1%; la presenza di downside risk sull’Europa in vista delle tornate elettorali dei prossimi mesi è un altro fattore.

Elezioni europee

Proprio il tema elettorale sta entrando sempre più nel vivo, quando manca ormai una settimana alle elezioni olandesi. Stando agli ultimi sondaggi, il gap tra il candidato del Partito della Libertà, Geert Wilders, e quello liberale, Mark Rutte, si sarebbe ridotto a qualche punto percentuale.
Più importanti sono gli sviluppi in Francia, dove, nonostante le pressioni, Francois Fillon ha confermato la sua candidatura per la corsa alle presidenziali.
Ogni notizia che arriva soprattutto dalla Francia sembra avere un effetto immediato sui mercati; le fasi di risk on si intesificano se tali notizie indeboliscono le probabilità di vittoria della Le Pen.

Valute

Sui mercati, euro piuttosto volatile stamane. Il cambio euro/dollaro oscilla sulla soglia di 1,06, dopo aver aggiornato i massimi da 2 settimane. Rimane debole la sterlina in vista di una Brexit sempre più imminente. Stabile l’oro, al ridosso di 1.230 dollari l’oncia.

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