Il Punto sui mercati azionari è a cura di Alberto Zorzi, VDG e Responsabile Direzione Investimenti.
Prosegue il momento positivo per i mercati azionari mondiali, che a febbraio, nonostante le numerose incognite politiche, sono saliti in media del 3%. Un movimento che ha interessato tutte le aree geografiche; in particolare i mercati sviluppati. Wall Street sale del 4%, portando al 6% il guadagno da inizio anno.Salgono anche i mercati europei, con un guadagno medio del 2,8%. Il quadro positivo si chiude con performance in salita anche per i mercati asiatici e per quelli emergenti.
Sul fronte obbligazionario, la discesa degli spread di circa 20 punti base si riflette in una performance positiva di circa il 2% sui mercati emergenti. L’obbligazionario mondiale si difende con un +0,80%; l’Europa fa ancora meglio, con un confortante 1,15%. In ambito governativo è da segnalare la marcata discesa dei rendimenti dei titoli tedeschi, di oltre 20 centesimi. La periferia europea rimane debole. Lo spread Italia-Germania ha oscillato, nel mese, di circa 20 punti, con un massimo a 200 bps.
Sul fronte valutario, segnaliamo un indebolimento dell’euro di circa il 2% nei confronti di dollaro e yen.
Il miglioramento delle prospettive di crescita va consolidandosi; trova conforto sia nei dati che nella dinamica dei mercati. Tra i dati, gli indici PMI si mantengono stabilmente ben sopra il livello soglia di 50. Ciò segnala una fase positiva per l’andamento del ciclo economico. Questa cosa vale sia per il settore manifatturiero che per i servizi.
Da qualche mese la performance dei mercati azionari è più che positiva. Questo andamento riflette prevalentemente attese di utili in crescita. Nel corso degli ultimi sei mesi migliorano stabilmente le aspettative degli analisti degli utili per azione. Questa tendenza è comune a tutti i mercati. Ciò significa che la crescita dei listini azionari segue un percorso non speculativo; vale a dire che non è guidata da un incremento dei multipli.
Al temo stesso, la volatilità dei mercati è molto bassa, come se i fattori di rischio non fossero tali. La bassa volatilità riflette anche una salita, da mesi, graduale e stabile, senza particolari correzioni. La bassa volatilità va vista come l’occasione per reinvestire una parte dei profitti in strategie di mitigazione del rischio; ciò in vista di future correzioni che sono molto difficili da predire, ma il cui verificarsi si fa sempre più probabile mano a mano che i mercati, salendo, offrono occasioni per consolidare i profitti accumulati.
I portafogli dovrebbero dunque essere impostati per un quadro macroeconomico favorevole, ma ricco di incognite sul piano politico. Tra queste, spiccano le lezioni ormai prossime in Olanda ed in Francia, e quelle autunnali in Germania. Non dimentichiamoci anche della situazione politica italiana, indecisa, con elezioni che un giorno sembrano essere imminenti, e quello dopo si allontanano repentinamente.
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