Asset allocation outlook: rimani grande, rimani liquido, rimani difensivo

I professionisti dell’investimento di PIMCO esplorano i principali takeaway di asset allocation e le strategie per navigare in quella che ritengono essere la fase finale del ciclo economico.

Mihir Worah: Considerata la lunghezza di questa espansione del business e la volatilità del quarto trimestre dello scorso anno, molti investitori ci chiedono: siamo alla fine del ciclo? E la nostra analisi basata su dati economici, basati su modelli quantitativi, ci dice che molto probabilmente siamo agli stadi finali di questa espansione, non alla fine di questa espansione. E questo ha certamente implicazioni dirette per gli investitori.

Erin Browne: Tre aspetti chiave della prospettiva dell’asset allocation sono di rimanere grandi, restare liquidi e rimanere sulla difensiva. Mentre ci spostiamo in un ambiente in cui la volatilità sta andando a salire, è davvero importante trarre vantaggio dalla maggiore volatilità che pensiamo possa emergere, dato dove siamo nelle fasi successive del ciclo economico.

Geraldine Sundstrom: la nostra posizione complessiva sul rischio è leggermente sottopeso, ma stiamo investiti. Vogliamo avere una posizione prudente, ma non ancora avversi al rischio.

I due temi principali nel nostro pezzo sono la qualità e la liquidità. È probabile che la volatilità aumenti nei prossimi trimestri e vogliamo mantenere un’elevata qualità nell’asset selezionato, ma anche liquidità per disporre di sufficienti disponibilità di cassa pronte a sfruttare opportunità idiosincratiche nei mercati dislocati. Quindi esaminiamo ogni asset class.

Nel caso delle azioni, abbiamo una posizione leggermente sottopeso con particolare enfasi in due regioni: Stati Uniti e Giappone. È qui che troviamo aziende con una valutazione migliore ma anche una qualità superiore, che è uno dei nostri temi chiave. Evitiamo l’Europa, che ha avuto una redditività sfidante anche in periodi di congiuntura favorevole, e ora sta affrontando un profondo rallentamento dell’attività economica, oltre a incertezze politiche.

Mihir Worah: nei mercati dei titoli di stato o dei tassi c’è un’alta preferenza per i titoli del Tesoro degli Stati Uniti. Con i tesori decennali circa il tre per cento si ottiene un rendimento decente. D’altra parte, ci sono titoli di stato che non ci piacciono, riteniamo che i rendimenti nel Regno Unito siano troppo bassi perché le persone sono troppo preoccupate per una Brexit dura, e pensiamo che i rendimenti in Italia siano troppo bassi, date le dinamiche di bilancio in quel paese.

Per quanto riguarda le attività reali, in genere l’inflazione tende a salire nelle fasi finali di un ciclo, quindi si vuole avere un’assegnazione alle attività reali e riteniamo che l’inflazione sia un settore in cui, anche se il caso base è destinato a un’inflazione lievemente in aumento nel 2019, pensiamo che questo sia un rischio di coda a cui gli investitori sono sottoesposti.

Erin Browne: il credito tende a sottoperformare mentre ci spostiamo più avanti nel ciclo economico. Di conseguenza, abbiamo un modesto sottopeso sulla classe di attività creditizia. Nell’ambito del credito, riteniamo che i prestiti a leva possano sottoperformare; tuttavia, continuiamo ad apprezzare il credito con scadenze più brevi da parte di emittenti di alta qualità, che riteniamo possano sovraperformare in considerazione del contesto di mercato.

Erin Browne: non abbiamo una visione forte delle valute. All’interno delle valute, non pensiamo che vedremo la stessa forza all’interno del dollaro USA come abbiamo visto negli ultimi anni.

Detto questo, pensiamo che all’interno delle valute sarà più un’opportunità di valore relativo, con opportunità idiosincratiche piuttosto specifiche emergenti durante l’anno in particolare nelle valute dei mercati emergenti.

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