Italia e Europa: i due mercati alla prova del reporting | Kairos Partners Sgr

Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity e Federico Trabucco, Portfolio Manager – European Equity di Kairos, commentano il mercato di Italia ed Europa alla luce della reporting season 2019.

Vogliamo fare il punto su questa stagione del reporting che volge al termine?

Sì. Partiamo dal lato europeo. Ci sono stati diversi settori che alla fine, su un asticella abbassata, quindi con delle stime che erano state ritoccate in giù, sono usciti abbastanza bene. Un esempio che mi colpisce è quello del lusso, dove ci sono state società che lo scorso settembre e ottobre avevano riportato benissimo, ed erano scese sui numeri, e questa volta c’è stato l’esatto contrario, un reporting in linea o discreto, e una reazione del titolo molto positiva, anche perché molti hanno calmato un pochino i timori che potevano esserci sul rallentamento in Cina,

Lato Italia cosa hai visto?

Quello che uscito finora in quel settore, è esattamente così, cioè l’effetto della grande paura sulla Cina, ed il reporting del quarter precedente, come avevano reagito i mercati, va un pochino svuotato. Probabilmente gli investitori che hanno venduto un po’ questo settore… qua subentra un discorso positioning, il fatto che il reporting sia stato comunque buono e ti abbia allontanato le paure, ha fatto rimbalzare e anche di molto questi titoli. Penso che il tema del positioning sia un po’ una costante in tutto questo reporting.

Assolutamente. Noi siamo arrivati con stime di utili che venivano abbassate prima, durante e anche dopo. Insomma, ancora in questo momento, su tutti i settori, su tutti i mercati, ci sono ritocchi in giù delle stime degli utili. Questo non ha impedito al mercato di salire, perché poi alla fine questa cosa degli utili e degli analisti che aggiustano un po’ in ritardo é un indicatore se va bene coincidente. Semplicemente erano tutti dall’altra parte ad inizio anno, ed è bastato dare un minimo di conforto con risultati in linea o poco più per per generare risultati positivi.

Ecco, magari ho visto qualche incertezza su qualche settore più legato alla domanda europea, e soprattutto magari sul mass market dove, a fronte di un posizionamento abbastanza forte dell’industria, i numeri e la guidance data per i prossimi mesi non è stata così brillante da supportare le valutazioni. Non so se anche in Europa…

Sì. In Europa quello che è andato decentemente rispetto alle stime sono energia, materie prime, quindi la parte discrezionale, dove c’è il famoso lusso di cui parlavamo. I settori che sono usciti un po’ con luci ed ombre sono telecomunicazioni, non solo in Italia, e la parte finanziaria, dove alcune banche hanno riportato parecchio bene, ed altre invece hanno mostrato debolezza, sia di redditività, dove c’è l’investment bank, o nella costruzione di un buffer di capitale, e quindi questo ha pesato un po’ sul settore.

Sulle banche italiane c’è stato proprio un reporting positivo. Positivo perché ha allontanato delle paure sul capitale, sullo stato di salute del capitale del patrimonio delle banche, e questo però è stato in parte aiutato anche dalla normativa fiscale, che è cambiata nella ultima finanziaria. Un po’ meno sulle banche di qualità, e di più sulle banche di minor qualità, per lo meno come vengono percepite dal mercato. Se guardiamo un po’ avanti, però, il trend del margine di interesse rimane, dato il livello dei tassi, rimane non dico deludente, ma comunque non sicuramente così interessante da metterci al lavoro parecchi soldi, e il trend delle commissioni altrettanto. Ecco, un po’ più magari la qualità dei finanziamenti del mondo dei non performing, ma questo però dovremmo vederlo nei prossimi mesi anche in base a come andrà la tendenza economica del nostro paese.

Se provo a concludere, per quello che vedo io, una stagione degli utili che era partita maluccio in Europa, e poi si è ripresa strada facendo. Un posizionamento negativo che ha permesso al mercato di salire nonostante utili così così. Ad un certo punto, guardando avanti, macro e micro dovranno un po’ ricongiungersi, perché chiaramente ci sono ancora segnali di forte rallentamento macro, e questo prima o poi influenzerà la parte di reportistica delle società.

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