La politica monetaria è il fattore che ha creato le condizioni per il rialzo azionario e il buon andamento dei mercati obbligazionari dell’ultimo anno. Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos, ci spiega le motivazioni di questo rialzo e se durerà ancora.
Per capire se il rialzo azionario e il buon andamento del mercato obbligazionario continueranno, andiamo a vedere le ragioni di questo rialzo nell’ultimo anno, e cominciamo con tre fattori che sono stati enormemente al centro dell’attenzione di analisti ed economisti, e che però, probabilmente, non spiegano questo rialzo. Il primo fattore,
notissimo, è la combinazione di Brexit e dei problemi tra Cina e Stati Uniti. Effettivamente il secondo di questi problemi, in particolare, hanno creato volatilità nei mercati, ma il loro peso lo possiamo quantificare in 4, 5 per cento all’insù o all’ingiù, a seconda di come sono andate le trattative. Al momento stanno andando bene, si suppone, e quindi abbiamo visto quest’ultima gamba di rialzo. Però certamente non si spiega un rialzo di quella portata che abbiamo visto, che è del più del 20 per cento. La seconda considerazione, il secondo fattore, è che gli analisti erano, hanno guardato molto, è la crescita economica. La crescita economica, in realtà, in questo anno è scesa. Un anno fa, in quest’epoca, gli Stati Uniti crescevano ad una velocità superiore al 3 per cento. Oggi crescono a una velocità dell’uno per cento, e l’Europa era in stagnazione, quasi recessione, ed è ancora oggi in stagnazione, quasi recessione, e l’Asia ha rallentato ulteriormente, quindi anche questo fattore non spiega. E quanto agli utili, gli utili in realtà, negli Stati Uniti, sono leggermente inferiori a quelli di un anno fa, in Europa sono di poco, di poco superiori, e quindi anche questo fattore non spiega il rialzo che c’è stato.
In realtà, il vero fattore che ha creato le condizioni per il rialzo, è stata la politica monetaria nei suoi due aspetti, il taglio dei tassi e la ripresa su scala globale del quantitative easing. Ricordiamo che un anno fa, a quest’epoca, non solo i tassi in America erano più alti di tre quarti di punto, ma le attese erano per ulteriori rialzi di altrettanto, quindi un totale di un punto e mezzo, che invece oggi non abbiamo perché i rialzi temuti non ci sono stati, e invece abbiamo avuto tre ribassi dei tassi. In più abbiamo avuto il quantitative easing ripreso in America, in forma leggermente diversa, ma è pur sempre quantitative easing, mentre un anno fa eravamo ancora in quantitative tightening, cioè la Fed ritirava dal mercato liquidità, mentre oggi ha ripreso aggressivamente a immetterla. Quindi, questo fattore spiega ampiamente il rialzo che c’è stato.
Ci possiamo ora chiedere se questo rialzo durerà. Il fattore principale, la politica monetaria, non cambierà. Anche se l’economia dovesse riaccelerare, come tutti speriamo e come il mercato comincia a scontare, le banche centrali si sono impegnate per un lungo periodo a non alzare i tassi, mentre asimmetricamente, se l’economia dovesse ancora dare segni di debolezza, le banche centrali sono pronte ad abbassare ancora i tassi. Quanto agli utili è prevista una modesta ripresa, così come una modesta ripresa è prevista per l’economia globale. Quindi, questi tre fattori, messi insieme, ci indicano un mercato che dovrebbe tenere le posizioni che ha acquisito, e forse migliorare ancora nei prossimi mesi. L’unico fattore che il mercato ancora non sconta è l’incertezza politica, che invece inizierà a scontare probabilmente dalla metà dell’anno prossimo, legata alle presidenziali americane, e la possibilità che il paese, ancora il paese guida dei mercati globali, cambi radicalmente politiche economiche, e questo creerà volatilità, e forse interromperà il rialzo. Però, per il momento le condizioni sono ancora favorevoli.
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