Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos, spiega lo scenario macro-economico di inizio anno sui mercati con focus su USA, Asia ed Europa.
L’aspetto assolutamente dominante di queste prime settimane del 2019 e che continuerĂ a caratterizzare almeno il primo semestre dell’anno, è la riconciliazione tra mercati e banche centrali, due soggetti che erano andati su percorsi completamente divergenti nell’ultimo trimestre del 2018, quando le banche centrali continuavano a ritenere non pericolosa la situazione del ciclo economico, ed a pensare a una progressiva normalizzazione delle loro politiche monetarie, quindi in pratica continuare ad alzare i tassi, mentre i mercati avevano sviluppato una sensibilitĂ particolare rispetto ai problemi del ciclo economico, e ritenevano che questo fosse destinato a rallentare, e che quindi ritenevano assolutamente non adatta alle circostanze la politica delle banche centrali. Questa divergenza ha provocato, come ben sappiamo, il ribasso molto forte, molto marcato e molto veloce delle borse nel quarto trimestre dell’anno scorso.
Ecco, questa riconciliazione che si è verificata nel corso delle prime settimane di gennaio trova i due soggetti, mercati e banche centrali, in un punto intermedio, in cui le banche centrali riconoscono un certo indebolimento della crescita, ed i mercati riconoscono, da parte loro, il fatto che non ci sono pericoli di recessione globale. C’è qualche problema in Europa, sicuramente, ma gli Stati Uniti, che sono il perno del sistema globale, godono ancora di relativamente buona salute.
La riconciliazione di cui abbiamo parlato darĂ un forte sostegno ai mercati per il prossimo trimestre e anche piĂą in lĂ . Rimangono però alcune aree di incertezza. Sul piano geopolitico sembra meno incerto l’esito di Brexit perchĂ© si va verso una Brexit morbida, quindi da quel lato non dovrebbero esserci problemi particolari. Rimane aperta la questione del contenzioso tra Stati Uniti e Cina, che comunque dovrebbe trovare una soluzione positiva o negativa entro poche settimane, e rimarrĂ dopo l’apertura del contenzioso tra Stati Uniti ed Europa, in particolare sulle auto tedesche, che però non avrĂ un rilievo globale, e quindi rimarranno da guardare gli indicatori economici, che sono quelli che le banche centrali osserveranno con piĂą attenzione.
L’inflazione, prima di tutto, che dovrebbe rimanere moderata, la crescita, che dovrebbe rimanere positiva, anche se non come l’anno scorso, e i margini delle societĂ , che vanno incontro ad alcune pressioni negative per un aumento dei costi costi salariali, costi degli interessi, ma che si mantengono su livelli comunque su livelli molto elevati.
Fino a questo momento il mercato piĂą premiato in questo 2019 è stato quello americano, e quando si risolverĂ augurabilmente la controversia tra Stati Uniti e Cina nel caso piĂą probabile, cioè nel caso positivo, avremo un rialzo piĂą marcato delle borse asiatiche, in particolare cinese, e anche una ripresa dei cambi di quei paesi, delle valute di quei paesi, quindi ad investire adesso in questi paesi c’è ancora un margine di incertezza, però dovrebbe permettere un apprezzamento in conto capitale e anche di cambio.
Quindi, dopo questa fase asiatica, che durerĂ qualche mese, e nel frattempo si aprirĂ la controversa con l’Europa, che rimarrĂ sotto pressione, in parte i prezzi scontano giĂ questo problema, ma quando si aprirĂ la trattativa vera e propria ci sarĂ un momento di difficoltĂ . Il momento dell’Europa quindi arriverĂ piĂą avanti nell’anno, quando augurabilmente si sarĂ chiusa anche la vicenda del contenzioso tra Europa e America.
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