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Il punto sui mercati di gennaio 2017 per Arca SGR

Il punto sui mercati di gennaio 2017 per Arca SGR

Il punto sui mercati di gennaio 2017 per Arca SGR.

Andamento mercati dicembre 2016 e annuale

Dicembre è stato un mese positivo per i mercati azionari globali. +2,8% in questo periodo. Su base annua siam o a +8.9%. Dato mensile che risente molto del grande rimbalzo in Europa. Il Vecchio continente ha realizzato un ottimo +6,1%, che porta il risultato annuale a +7,9%. Milano si distingue su base mensile (+13,2%). Purtroppo performance negativa su base annuale, con -6,5%. Questo dato risente pesantemente della dinamica dei titoli bancari.

Nel reddito fisso, è pressoché invariato l’indice globale mensile. Annualmente, siamo a +3,05%. Sono i titoli più rischiosi, quelli non governativi, ad avere performance migliori. Sale infatti del +9,01% l’indice dei mercati emergenti con debito in valuta forte. Sale del 4,84% l’indice delle società con HY.

Nel mondo valutario, poco da commentare mensilmente. Il dato annuale della sterlina contro l’euro, però (-13,8%), ci ricorda l’importanza dei temi politici nel guardare al 2017.

Questo il punto sui mercati.

Agenda politica 2017

Dobbiamo domandarci quali saranno i temi dominanti nel nuovo anno, e come posizionarci. A breve si insedierà la nuova amministrazione americana. Nel corso del 2017 sono in programma le importanti elezioni in Francia a maggio, e quelle tedesche a settembre/ottobre (data ancora incerta). Non possiamo escludere elezioni anche in Italia. In primavera dovrebbero cominciare le negoziazioni per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

Un’agenda politica molto incerta interferirà quindi con le nostre scelte d’investimento. Di questo bisogna tenere conto.

Crescita Mondiale e QE

Ciò premesso, l’anno appena iniziato dovrebbe vedere una crescita mondiale in miglioramento in termini nominali. Il tutto sarà frutto di una maggiore crescita di beni e servizi, e di una contenuta crescita del tasso di inflazione. Sono questi i fattori che denotano un maggior dinamismo delle economie. Sono frutto di politiche fiscali meno improntate all’austerità, se non addirittura allo stimolo. Sono anche frutto della politica monetaria espansiva degli ultimi otto anni.

A questo proposito, va ricordata la decisione della BCE di estendere il proprio programma di acquisti fino alla fine del 2017. In realtà, a partire da aprile gli acquisti diminuiranno da 80 a 60 miliardi mensili. La stessa cifra con cui il programma cominciò quasi 2 anni fa. A conti fatti, questo significa altri 780 miliardi di acquisti nel 2017. Nel peggiore dei casi, seguirà la metà di questa cifra nel 2018. Questo “caso peggiore” sarà il ben noto tapering, cioè la fine graduale del programma di acquisti. E’ velleitario, in questa fase, speculare sulla fine del programma. Molto dipenderà dall’andamento dell’economia. Questa, a sua volta, risentirà anche del ciclo elettorale.

Per il momento lo scelte di investimento devono privilegiare, sempre in ottica molto tattica, le attività rischiose. Si raccomandano strategie flessibili e non direzionali.

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