Paolo Giovanardi, responsabile Ufficio Studi Q Consulenze Finanziarie, spiega perché le banche non propongono più investimenti sicuri ai risparmiatori. La finanza non è più quella di una volta… se mai lo è stata.
In un mondo sempre più complesso (basta aprire un prospetto informativo per accorgersene…), il consiglio è tornare a strumenti che ancora esistono, tradizionali, molto semplici e facili da capire. Per esempio, la gestione separata, ossia la polizza vita di ramo 1, che garantisce il capitale e negli ultimi anni ha fornito un buon rendimento. Può essere un buon compromesso per avere sicurezza e rendimento.
Ovviamente no. Questo perché ormai ce n’è di tutti i generi. Sono soprattutto prodotti come index linked o unit linked a destare preoccupazione. Sono strumenti che vanno valutati molto bene prima di una sottoscrizione, perché possono associare alle gestioni separate anche fondi con profili molto speculativi.
Un altro strumento molto semplice, e con un’ottima garanzia, è il conto deposito. Scadenze molto brevi (anche 3-6-12-18 mesi); in questo periodo garantiscono rendimenti che vanno dall’1 all’1,5-2%. Nel farlo coniugano un buon grado di sicurezza con un rendimento di tutto rispetto. Il funzionamento è molto semplice: si investe, ed alla scadenza si ritira il capitale rivalutato.
Il sistema finanziario è sempre più commerciale. Questi strumenti sono più vantaggiosi per i risparmiatori, ma forniscono sempre meno utile alle banche. Di conseguenza, non sono in prima posizione in un’offerta commerciale. Prevale l’interesse della banca su quello del risparmiatore.
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