Tra Spagna e Francia alla scoperta di impianti di energia solare a concentrazione (centrali solari termodinamiche) dove, grazie a progetti europei, si sperimentano nuovi metodi per la produzione di energia pulita… Ad Almerìa, nel sud della Spagna, la centrale solare a concentrazione del CIEMAT è uno dei luoghi in cui si sperimenta il futuro. Un futuro in cui l’intermittenza delle energie rinnovabili, in questo caso dell’energia solare, verrà superata dalla possibilità di stoccarla con costi sostenibili.
Una serie di specchi concentrano il calore del sole su una torre centrale trasformando l’acqua in vapore e poi azionando una turbina elettrica. L’energia solare concentrata – CSP – ha il potenziale per portare energia in aree remote del mondo. Ma gli impianti CSP hanno un difetto fatale, sono estremamente “assetati”. Questo tipo di energia solare si adatta perfettamente ai deserti con la loro forte luce solare, ma la sabbia e la polvere del deserto significano che tutti gli specchi devono essere puliti regolarmente usando acqua preziosa.
Qui alla piattaforma solare di Almerìa che appartiene al CIEMAT , gli scienziati lavorano a esperimenti di risparmio idrico, tra cui barriere che impediscono alla polvere di raggiungere gli specchi. Aránzazu Fernández-García, ricercatrice del CIEMAT-Plataforma Solar de Almería, spiega che la “barriera che funziona meglio finora è quella con una geometria piatta; rispetto a quella curva, otteniamo risultati leggermente migliori e se la confrontiamo con la barriera naturale, i risultati sono spettacolari. Con la barriera artificiale possiamo bloccare fino al 50% delle particelle e impediscono loro di entrare nel campo solare.” Per pulire i giganteschi specchi serve molto liquido. I ricercatori stanno testando un sistema di pulizia ad ultrasuoni, che utilizza meno acqua, lo studio fa parte di un progetto dell’Unione europea. Per un anno verrà utilizzato un sistema manuale per eseguire gli esperimenti, alla fine si avranno dati sul consumo di acqua, di elettricità, ecc. “Il prossimo passo sarà quello di applicare il dispositivo a un impianto solare funzionante, utilizzando un sistema automatizzato”, spiega Aránzazu Fernández-García. Rivestimenti speciali per fermare la sporcizia sono in fase di test, rilievi manuali mostrano quando le superfici devono essere pulite, ma c’è anche un sensore che lo fa automaticamente.
Un’altra fase di studio riguarda il raffreddamento degli impianti per far tornare il vapore acqua e chiudere il ciclo. Un prototipo di refrigeratore d’acqua ibrido, con torri di raffreddamento sia bagnate che asciutte, è appena stato installato. In Francia i ricercatori stanno lavorando su un diverso tipo di dispositivo di raffreddamento, utilizzando getti di acqua nebulizzata. L’energia solare concentrata ha un grande vantaggio rispetto ai pannelli solari più noti: il calore prodotto può essere immagazzinato e usato molto tempo dopo che il sole è tramontato; è una tecnologia che merita di essere raffinata grazie al raffreddamento e alla pulizia intelligenti. Delphine Bourdon, coordinatrice del progetto europeo WASCOP, spiega che nel sud della Francia, a Cadarache, si studia “Un sistema di nebulizzazione d’acqua che raffredderà l’aria prima che arrivi agli scambiatori di calore, per un sistema di raffreddamento molto più efficace. Dovremmo essere in grado di ridurre il consumo di acqua di oltre il 90% rispetto ad un dispositivo di raffreddamento bagnato tradizionale“. Il team sta anche lavorando su un dispositivo innovativo per incamerare l’aria fredda: un serbatoio pieno di strati di roccia e acqua. Immagazzina l’aria più fresca della notte che può quindi essere utilizzata per raffreddare il condensatore della turbina, senza usare acqua.
Chistophe Dumas, capo del dipartimento enrgia solare termodinamica di Cadarache, sottolinea che il futuro è in questi impianti che hanno la possibilità di stoccare energia a costi interessanti. Molti di questi esperimenti saranno presto testati in centrali elettriche funzionanti e potrebbero essere disponibili in commercio entro tre anni.
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