Bitcoin. Perché continuano a scendere? | Q Consulenze Finanziarie

Nell’intervista ad Antonello Cattani di Q Consulenze Finanziarie si parla di Bitcoin e della possibile bolla in essere sulle criptovalute.

L’arrivo di qualcosa di nuovo sul mercato (in Olanda i tulipani erano sconosciuti nel 1600, così come Internet in Italia nel 2000 e i Bitcoin oggi) crea un’aspettativa, una corsa ad averlo; il terrore di rimanere “fuori dal mercato” crea una situazione irrazionale molto pericolosa, una sorta di “panico da acquisto”. Le bolle finanziarie si formano così: con l’irrazionalità e con la scarsità di beni immessi sul mercato. E’ sempre bene ricordare la vecchia legge del cerino: ce lo possiamo passare di mano in mano per molto tempo, ma prima o poi qualcuno si brucia. E, forse, con i Bitcoin si è già bruciato.

Di cosa parliamo quando parliamo di bitcoin?

Si parla, tecnicamente, di una criptovaluta. Una moneta virtuale, senza corso legale. E’ creata attraverso un complesso sistema di estrazione risolvendo formule matematiche. E’ quindi una sorta di file, ed infatti viene custodito in un portafoglio virtuale che si chiama wallet, che a sua volta è una specie di email criptata.

E’ quindi tutto gestito in maniera elettronica. Con i bitcoin si può pagare un bene, a discrezione di chi decida di accettarli. E ci sono già catene che lo fanno, come Ebay ed Amazon.

Qualcuno definisce il bitcoin la moneta del futuro; qualcuno parla apertamente di truffa, altri di bolla. La verità sta probabilmente nel mezzo.

Da metà dicembre, però, si è iniziato a parlare di bitcoin ovunque, r questa cosa è un tipico indicatore di bolle finanziarie. Quando, infatti, si parla di value virtuali dal barbiere o dal giornalaio… Ed infatti, quando si è iniziato a parlarne in modo diffuso, sono iniziate le prime fluttuazioni molto grosse, sia in alto che, soprattutto, verso il basso.

E’ anche bene ricordare che il bitcoin è tradato e trattato su piattaforme non regolamentate. La prudenza è chiaramente d’obbligo, come minimo.

Qualcuno parla di truffa. Ma a che cosa bisogna prestare particolare attenzione?

Come tutte le cose di moda, anche i bitcoin si prestano a truffe. Email che testimoniano come persone (spesso molto giovani) si siano arricchite con questa criptovaluta sono ricevute da tutti un giorno sì ed uno no. E cosa hanno fatto queste persone? Diventate ricche con i bitcoin, hanno lasciato il lavoro e vivono in vacanza.

Si tratta, chiaramente, di truffe conclamate. Attraverso l’illusione del facile guadagno, inducono a versa qualche soldo, anche cifre piccole come 5.000 o 10.000 euro, con la garanzia che diventino molti di più in poco tempo. In poco tempo, invece, i soldi spariscono, chiaramente.

Non solo ma, come avverte il Codacons, essendo anche una “valuta” totalmente anonima, il bitcoin potrebbe prestarsi ad illeciti come il riciclaggio. Anche il premio Nobel Joseph Stiglitz denuncia fortemente questo aspetto, ed avverte, addirittura, che sarebbe meglio metterla fuorilegge proprio per evitare questi aspetti.

La vicenda dei bitcoin ricorda analoghe vicende, anche lontanissime nel passato, di improvvise e mai realizzatisi ricchezze. Quali consigli si possono dare?

Prestare attenzione è il primo, ed il più banale. Attenzione perché l'”effetto folla (o gregge)” è difficile da evitare. L’eccesso di euforia derivato dalla scarsità e dalla novità di un bene porta sempre a speculazioni, quindi ancora più attenzione. Proprio come accadde durante la crisi dei tulipani nell’Olanda del 1600, quando si arrivò a barattare un fiore per una casa. O nel 1999-2000 durante lo scoppio della bolla della new economy. Internet era molto nuova per (quasi) tutti e molte aziende si vantavano (a ragione o meno) di usarla, promettendo utili in continua crescita. Anche in questo caso c’è stata subito una prima impennata derivata dalla novità, e poi l’inevitabile crollo, quando si è visto che le cose stavano ben diversamente.

Non sappiamo come finirà per i bitcoin. Ma certo, gli elementi visti finora (novità, poco diffuso, ne parlano tutti, tutti lo vogliono) crea quest’effetto di “panico da acquisto” che è molto pericoloso. Cerchiamo di evitare la legge del cerino ricordata all’inizio perché, inevitabilmente, qualcuno si scotterebbe.

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