Banche. Come conoscere le spese che applicano sui nostri investimenti? | Q Consulenze Finanziarie

Abbiamo parlato in più occasioni della normativa MIFIDII, cioè la nuova regolamentazione dei rapporti tra le banche ed il risparmiatore, con una migliore tutela proprio del risparmiatore. Cosa comporta questa normativa in termini di trasparenza, di maggiori informazioni di cui il cliente può venire a conoscenza?

E’ una legge entrata in vigore l’anno scorso, da gennaio 2018, e proprio in particolare sugli investimenti, obbliga tutti gli istituti di credito a comunicare, per quanto concerne proprio gli investimenti, le spese sia in termini assoluti, cioè in euro, che anche in termini percentuali. Questo obbligo ha una scadenza, quindi entro marzo gli istituti di credito dovranno mandare un’informativa a casa del cliente, con appunto indicati questi valori.

Diciamo che è se fino a ieri arrivava solo l’estratto conto, dove venivano indicato i costi del conto corrente, d’ora in poi arriverà anche un’informativa, un documento, che dovrà contenere queste due informazioni: gli euro in valore assoluto e la percentuale sul patrimonio investito.

Maggiore trasparenza, dunque, ma vista questa richiesta di proroga, come è possibile per noi risparmiatori venire a conoscenza delle spese che effettivamente sosteniamo con la banca?

Al momento il termine ultimo è marzo 2019. Le banche hanno chiesto un’ulteriore proroga all’europa. Non so se verrà concessa oppure no; in ogni caso la legge è attiva, quindi io consiglio chi ci ascolta, qualora non dovessero ricevere questo documento, di andare in banca e chiederlo. Andare proprio a chiedere quanti costi io sostengo a fronte degli investimenti che ho presso quella banca.

Parlando di spese legate ai nostri investimenti, è possibile mantenere investimenti che non abbiano spese particolarmente alte, eccessive? Esistono strumenti con costi, diciamo, ragionevoli?

Diciamo che la valutazione costi oggi è importante, perché con un epoca a tassi a zero, vediamo come i costi legati agli investimenti tradizionali, cioè fondi ed assicurazioni, variano dall’1 al 3 per cento del patrimonio, mediamente, e quindi vanno a incidere in maniera importante sui rendimenti, anzi, spesso proprio ad abbattere i rendimenti, fino quasi ad annullarli o addirittura andare in termini negativi.

Strumenti alternativi, sì ci sono. Sono dei fondi innovativi che permettono di avere gli stessi vantaggi del fondo comune, andando ad abbattere i costi anche di 10 volte.

Il nome di questi fondi è ETP, exchange traded product. Dentro abbiamo diverse categorie, dagli ETF agli ETC… ovviamente poi l’innovazione la fa da padrone. L’importante è darsi da fare per conoscere sia i costi che anche gli strumenti che servono per migliorare l’efficienza del portafoglio e, anche, appunto abbattere i
costi fino a 10 volte.

Possiamo quindi dire che risparmiare sui costi eccessivi con le banche significa già partire da un rendimento maggiore, superiore.

Non solo. Dobbiamo dire, ma dobbiamo anche affermare, in questo grafico si vede molto chiaramente, come il resto del mondo già segue questa linea. Anche qui l’Italia non dico che sia è ultima, ma sicuramente è arretrata. Se io vado a risparmiare dei costi, significa a partire già con un guadagno. Mi stupisco come fino a oggi ci sia stata non solo poca informazione, ma proprio anche poca attenzione dei clienti nei confronti appunto dei costi che le banche applicano. Ricordo che non essendoci stato l’obbligo finora, era un po’ una parcella occulta. Noi vediamo come molti clienti che si rivolgono a noi sono convinti di non pagare nulla per il servizio di investimento, quando invece essendo servizio come tanti che viene offerto dalla banca, ovviamente chi paga è sempre il cliente finale, e quindi è proprio importante metterci il naso dentro e controllare queste spese.

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