Sostenibilità. Le carte che può giocarsi l’Italia | Confindustria

Jeffrey Sachs, Director of The Earth Institute, Columbia University, uno degli economisti più attenti alle questioni climatiche e alla sostenibilità, spiega quali carte l’Italia può giocarsi in questo campo.

Cosa dovrebbero fare le aziende per contribuire ad uno sviluppo sostenibile?

Le aziende devono occuparsi di tutte le parti interessate. Gli azionisti, ma anche i lavoratori, le comunità dove ci sono gli impianti. Queste ultime devono conoscere l’impatto dei loro acquisti di materie prime sulla deforestazione, sull’ambiente fisico in genere. Se producono petrolio, devono sapere che non potranno andare avanti come hanno fatto finora. Se sono nell’alimentare, devono chiedersi se la loro filiera di approvvigionamenti è resistente agli shock climatici, che aumentano nel mondo.

Insomma, le aziende devono avere un approccio più olistico, cosa che non si insegna alla business school; qui vale solo il bilancio. E’ rilevante che il profitto sia un valore reale o se è stato distruttivo per l’ambiente.

Le aziende riconsiderino il loro approccio agli affari, siano più olistiche; considerino nuovi indicatori dell’impatto ambientale o di quello sociale.

Una piccola impresa può trovare più difficoltà di una grande a fare questo?

Più che i piccoli imprenditori sono le grandi aziende ad avere difficoltà nell’affrontare questi temi. Sono imbrigliate dai rapporti trimestrali, dalle telefonate di investitori esigenti. Diventano un po’ folli; contano solo il profitto delle azioni, i profitti trimestrali, le aspettative degli analisti. Sono schiacciate da Wall Street.

Una piccola azienda familiare italiana, invece, si preoccupa della sua reputazione nella comunità in cui opera, coi clienti, coi fornitori. Magari è alla terza generazione; pensa ai princìpi del nonno fondatore. Sono le piccole imprese ad essere più reattive rispetto a quelle grandi. Queste sono intrappolate nella mentalità da hedge fund, che si preoccupa solo di quello che potrà dire l’investitore domani.

Come si può far capire all’azienda, piccola o grande che sia, l’importanza della posta in gioco?

Qualunque azienda deve conoscere le grandi sfide; deve sapere che se il surriscaldamento globale continua, la grande regione mediterranea si prosciugherà; finiranno le sue colture tradizionali, le sue meravigliose tradizioni di vini, olio d’oliva, frumento, altre materie prime che rischiano di non essere più sostenibili. Un’azienda non può dire “questo non mi riguarda”.

Certo, in America non aiuta avere un presidente che afferma che il carbone è bello ed è pulito, quando tutti sanno che è il combustibile fossile più inquinante e più distruttivo per l’ambiente. Chi pensa di farla franca perché guarda al breve termine, non si rende conto che rischierà di perdere la licenza; o di finire in tribunale; o di subire uragani sempre più forti, come in USA l’anno scorso.

Per fortuna, molte persone stanno lavorando a questo problema. E c’è un papa che porta avanti la causa morale sul surriscaldamento globale, con la sua enciclica, “Laudato Si’“.

Ci sono pressioni crescenti che arrivano da posti inaspettati. Persino i repubblicani, che sono a favore del petrolio, hanno dovuto tenere gli incentivi fiscali per le rinnovabili nella riforma. Questo grazie a governatori e sindaci che dicevano “…abbiamo già energia eolica e solare. Guai a toccare gli incentivi!”

Questa è la prova che il vero equilibrio del potere sta cambiando, è già cambiato.

Non parliamo solo di energie rinnovabili, ma anche di infissi, investimenti in costruzioni, in software, in infrastrutture. Quanto è importante per un imprenditore avere una visione a 360°?

Sachs guida il comitato consultivo per la sostenibilità di New York. L’obiettivo è avere emissioni zero per la metà del secolo. Ci saranno rivoluzioni nelle costruzioni, negli edifici. Ci saranno solo veicoli elettrici, sensori solari nelle finestre. Avere un approccio a 360° è fondamentale. Ci saranno biciclette, ci si muoverà molto a piedi.

La strategia è chiara. L’elettricità non dovrà essere prodotta dal carbone. Questo stanno facendo le grandi città nel mondo. L’imprenditore di un’azienda deve far parte di questo movimento, oppure non venderà i suoi prodotti.

La nuova frontiera è quella per gestire infrastrutture complesse, per fare diagnosi mediche. Ci sono macchine che muovono dati ad altissima velocità; questo trasforma il mondo, il governo. Si voterà, si legifererà online nel futuro.

Tutto questo non funzionerà se non avremo sempre a mente l’umanesimo. Stiamo lavorando per migliorare le nostre vite, per rendere le nostre società più eque. Dobbiamo collegare i cambiamenti ai nostri obiettivi.

Aristotele parla di “telos“, lo scopo. Qual è lo scopo di tutto ciò? Deve essere il benessere umano. Si migliorerà incredibilmente la vita di tutti nel XXI secolo.

Ce la faremo?

Bisogna essere ottimisti. Poi dipende dall’ora, dal giorno. La verità è che predire solo il futuro è da stolti. Sia le grandi cose che i disastri sono entrambi possibili. Ed allora si cerca un risultato positivo. Non bisogna sprecare energia nei pronostici; bisogna però cercare di muovere le cose almeno un pochino nella giusta direzione.

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