Risparmi. Il nuovo KID e la nostra dieta finanziaria | Anima SGR

Risparmi. Il nuovo KIID e la nostra dieta finanziaria. Rubrica a cura di Mario Noera, Docente di Economia degli intermediari finanziari.

La statistica ha fornito alla teoria finanziaria gli strumenti per diventare una rigorosa scienza probabilistica delle decisioni. Tuttavia, come tutte le rappresentazioni probabilistiche della realtà, anche la finanza è materia complessa; rimane per questo esposta a molte trappole, cognitive e di comunicazione.

Quando, ad esempio, si ascolta l’espressione “domani la probabilità di pioggia è del 60 per cento”, la maggior parte delle persone pensa di avere ben compreso di cosa si tratta, ma se viene loro chiesto di spiegare quale sia il vero contenuto del messaggio, possono dare risposte anche molto diverse. Pioverà il 60 per cento del tempo, oppure sul 60 per cento del territorio, oppure ancora, presi 100 giorni simili è piovuto in media 60 volte.

L’informazione finanziaria non è affatto esente dalle medesime ambiguità interpretative. Qualche anno fa Consob ha effettuato uno studio su come e quanto la modalità di rappresentazione del rischio influenzi le decisioni di investimento dei risparmiatori. Il test consisteva nel mettere a confronto diverse modalità di rappresentazione della rischiosità di uno strumento finanziario, e di registrarne il livello di comprensione tra tra i risparmiatori. Le rappresentazioni avevano infatti un grado crescente di analiticità e di completezza.

Il risultato è stato sorprendente, perché più l’informazione era ampia e completa, meno precisa era la comprensione del rischio da parte dei risparmiatori. L’evidenza sconfessava cioè l’assunto spesso posto alla base della regolamentazione, che l’ampiezza e la profondità delle informazioni siano da sole un antidoto sufficiente ad abbattere le asimmetrie informative cui spesso gli investitori soffrono. Anzi, i risultati del test sembravano paradossalmente suggerire il contrario, cioè che più ampia è informazione fornita, meno consapevole è l’investitore. La ricerca ha cioè dimostrato che le modalità di rappresentazione sono importanti almeno quanto e talvolta anche più dei contenuti stessi. Non a caso l’Unione Europea prescrive già da anni per gli alimenti modalità di etichettatura chiare sugli allergeni, nanomateriali, grassi e oli raffinati, e ne prescrive nel dettaglio anche il formato infografico. Non si capisce perché proprio l’informazione finanziaria, che non è certo meno complessa e delicata di quella nutrizionale, dovesse fare eccezione.

Nel 2018 l’ESMA, l’autorità di vigilanza europea, ha elaborato nuovi prospetti informativi molto semplificati e sintetici, detti KIID, Key Investor Information Document, che per ora sono obbligatori solo per i prodotti più complessi come prodotti strutturati o prodotti di investimento assicurativi, ma che tra un paio d’anni riguarderanno anche i fondi comuni.

I prospetti KIID hanno un formato molto agile, 23 pagine, e la loro caratteristica più interessante è quella di fornire una rappresentazione del tutto intuitiva delle opportunità e dei rischi di un investimento. Nei nuovi KIID le leggi fondamentali che governano la finanza, ad esempio che non esistono opportunità senza rischi, oppure che i rischi diminuiscono ad allungarsi dell’orizzonte temporale, si spogliano di ogni complessità analitica, e acquistano la forma familiare dei conti di casa.

La componente più innovativa dei nuovi KIID è infatti la proiezione probabilistica dell’evoluzione del patrimonio nel tempo sotto diversi scenari. Nel documento viene infatti posta una sola semplice domanda: quanto potrà valere il mio investimento nei prossimi anni? Ed alla domanda viene data risposta mostrando in una tabella di facile lettura il valore di un ipotetico investimento iniziale di 10 mila euro su vari orizzonti temporali, e in diversi scenari probabilistici, uno favorevole, uno sfavorevole e uno addirittura catastrofico. In una sola semplice tabella viene cioè mostrato, diciamo, in denaro sonante, non solo quanto l’investimento potrebbe fruttare mano a mano che l’orizzonte si allunga, mille, duemila o tremila euro su scadenze rispettivamente di 1,3 o 5 anni, ma anche quanto si potrebbe invece perdere nel medesimo periodo, 2000 euro dopo, un anno mille dopo 3 è così via.

A colpo d’occhio un investitore anche poco esperto può cioè comprendere al volo la vera natura del prodotto, a prescindere dalla sua intrinseca complessità tecnica. Come le etichette di un alimento ci permettono di controllare le calorie nella nostra dieta o ci consentono di evitare allergie, il KIID ci aiuterà cioè presto a valutare meglio la nostra effettiva tolleranza al rischio, e soprattutto a ragionare sull’idoneità di ciascun investimento rispetto ai nostri obiettivi di vita.

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