I PIR sono la novità al centro dell’ottava edizione del Salone del Risparmio appena conclusa. Quali sono i vantaggi, quali le ragioni per cui le SGR puntano così tanto su questo nuovo strumento finanziario? Lo spiegano i protagonisti dell’industria, intervistati da Advisor Online.
Per Giuliano D’Acunti, Head of Sales di Invesco, i PIR non fanno solo bene all’economia del paese ma anche al risparmio degli italiani. Questo nuovo strumento può educare gli italiani alla pianificazione: un elemento tanto fondamentale per le imprese come per gli investitori.
Lo sottolinea anche Laura Nateri, Country Head di Aberdeen per l’Italia: i piani individuali di risparmio aiutano i risparmiatori a capire che è importante allungare l’orizzonte temporale. “Perché in questo momento, in una situazione di tassi zero o addirittura negativi, esiste un premio per l’illiquidità”.
E sono sicuramente un buon inizio, anche per Federico Pons, Country Head Italia di Henderson Global Investors. Che si spinge a fare una previsione: “Il mercato dei PIR si svilupperà tantissimo e supererà sicuramente le previsioni”.
I PIR infatti hanno un importante pregio, evidenziato da Elena Bossola, Head of Third Party Distribution Italy per la Edmond de Rothschild Asset Management. Riescono a far felici sia le aziende che i risparmiatori. Alla fine del vincolo dei cinque anni, un arco di tempo sufficiente a garantire un buon finanziamento alle aziende, l’eventuale capital gain non è tassato.
Questo nuovo strumento attira anche le SGR straniere che operano in Italia. Lo conferma Andrea Mottarelli, Senior Relationship Manager per Deutsche Asset Management. Luca Tenani, Country Head Italy di Schroeders, affianca i PIR agli Individual Saving Accounts inglesi. Disponibili dal 1997, hanno raccolto negli anni 520 miliardi di sterline, con una crescita continua. Tant’è che oggi, evidenzia Tenani, oltre il 43% della popolazione adulta in Inghilterra ha sottoscritto un ISA. Perché non aspettarsi lo stesso dai PIR?
Insomma i PIR hanno importanti vantaggi fiscali. Ma oltre questo, spiega il direttore responsabile di Advisor Francesco D’Arco, possono anche essere un volano per l’alfabetizzazione degli italiani. Un elemento importante in un paese che ha uno dei tassi di risparmio più alti al mondo, ma anche un’elevata diseducazione finanziaria. Donatella Principe, Head of Fund Selection Unit and Institutional Sales di Fidelity International, i PIR favoriscono un investimento istituzionalizzato, quindi più diversificato e più sicuro, e di lungo periodo. Costituendo un importante cuscinetto in una fase di potenziale fragilità economica degli italiani.
I PIR vanno comunque sorretti da un buon servizio di consulenza finanziaria, come rileva Andrea Baron, Managing Director per MFS Investment Management: “Non si deve dare priorità al vantaggio fiscale, ma tenere a mente il ritorno assoluto del portafoglio nel lungo periodo”.
I PIR si confermano quindi uno strumento accolto con favore dalle società di gestione del risparmio. Questi contenitori sono vantaggiosi per risparmiatori e imprese, ma vanno sicuramente inquadrati in un contesto di consulenza finanziaria. Affinché l’investitore abbia sempre le idee chiare su costi e valori aggiunti.
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