News, market sentiment e giornalisti: chi influenza chi? | Anima SGR

News, market sentiment e giornalisti: chi influenza chi? | Anima SGR

Il potere delle news e dei giornalisti. Questa cosa influenza il market sentiment? E, se sì, come? A cura di Mario Noera, Docente di economia degli intermediari finanziari presso l’Università Bocconi.

Mercati efficienti?

Uno dei principi più discussi delle teoria finanziaria è la cosiddetta efficienza dei mercati finanziari. In cosa consiste? Se i mercati sono efficienti, le quotazioni delle attività finanziarie riflettono sempre le scelte di operatori razionali e perfettamente informati. In realtà le cose non stanno così.

Da tempo la finanza comportamentale ha dimostrato che anche quando gli informatori hanno a disposizione tutte le informazioni necessarie, non le usano affatto. Soprattutto, non le usano in modo razionale. I mercati finanziari sono infatti soggetti a bolle speculative e/o a crisi di panico. Questo perché le emozioni ed i comportamenti imitativi spesso dominano sul calcolo razionale.

Nell’analizzare i mercati, i bravi trader ed operatori professionali cercano in primo luogo di comprendere, ed anticipare, il cosiddetto market sentiment. Che cos’è? E’ il sentimento prevalente sul mercato, quello che domina in quel dato momento che si sta analizzando e studiando.

Analisi in letteratura

Anche la letteratura accademica si è occupata di questo fenomeno. Alcune indagini hanno analizzato l’impatto esercitato sui prezzi da indicatori indiretti, come le parole chiave dei social e dei motori di ricerca. Altri studi hanno quantificato l’impatto, positivo o negativo, esercitato sulle quotazioni delle news date dai giornali specializzati.

In altri campi, infatti, è stata dimostrata da tempo la correlazione tra parole chiave ed alcuni eventi reali. Per esempio, le ricerche sull’influenza su Google anticipano i picchi influenzali che poi si verificheranno. Oppure, le recensioni su riviste e blog specializzati nell’industria musicale consente di prevedere quantitativamente i volumi di vendite future.

Applicazione ai mercati finanziari

Si sono avuti analoghi risultati. E’ stata confermata la teoria secondo cui uno degli ingredienti chiave delle fluttuazioni dei mercati è il livello di attenzione degli operatori su temi particolari. Poiché gli investitori tendono ad inseguire soprattutto quello che luccica, misurare ciò che attira la loro attenzione consente di anticiparne i comportamenti.

La ricerca empirica ha infatti offerto molti esempi dell’estrema sensibilità delle quotazioni alle news. Le notizie spiegano bene le fluttuazioni dei prezzi. Questo conferma anche che il modo di dare le notizie e diffonderle esercita un’influenza molto grande sui mercati.

Misurare il contrario

Fino a poco tempo fa, però, nessuno aveva mai misurato il contrario, cioè quanto siano le quotazioni di mercato ad influenzare i giornalisti. Ci ha provato uno studioso americano, che ha condotto un’analisi empirica sul linguaggio utilizzato dai due principali quotidiani finanziari americani, il WSJ e il NYT. Lo studioso ha pazientemente riclassificato tutte le parole chiave utilizzate dai due giornali, collocandole in una scala numerica. Questa scala va da un massimo positivo ad un minimo negativo. Poi ha misurato statisticamente, su un arco secolare, dal 1905 al 2014, l’influenza esercitata sul linguaggio dei giornalisti dall’andamento delle quotazioni di borsa. Questa analisi si è concentrata sui giorni immediatamente precedenti la pubblicazione.

L’analisi ha cioè cercato di dare evidenza non alla relazione che va dalle notizie ai prezzi, ma al contrario.

Risultati sorprendenti

Il risultato è stato davvero sorprendente. Sono i mercati che influenzano i giornalisti, e non viceversa. Lo studioso ha infatti anche scoperto che quando le notizie sono cattive (quando le quotazioni cadono), l’enfasi dei giornali è molto maggiore di quando le quotazioni salgono.

I giornali, cioè, amplificano le notizie cattive, ma non fanno altrettanto con quelle buone. Forse è proprio per questo che aprire il giornale la mattina difficilmente riesce a darci un migliore umore.

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