La FED alza i tassi. Cause ed effetti

La FED alza i tassi. Cause ed effetti

È fatta. La Fed ha alzato i tassi. Decisione ormai data per certa, e così è stato. Ma cosa l’ha provocata? Perché era così scontata? Soprattutto, cosa comporterà?

Cause

La FED ha alzato i tassi di interesse portandoli in una forbice compresa tra lo 0,75% e l’1%. Perché? Dalle parole della presidente Janet Louise Yellen: “Ci stiamo avvicinando agli obiettivi del nostro duplice mandato”, cioè la massima occupazione e un’inflazione al 2%.

La Banca centrale conferma pertanto il progressivo traghettamento della politica monetaria americana verso una nuova fase. Questa nuova fase sarà volta a evitare «surriscaldamenti dell’economia» dinanzi al miglioramento dei fondamentali macro.

Questi motivi hanno comportato il rialzo dei tassi.

La Yellen, nel corso della conferenza stampa di ieri, ha anche rivelato di aver avuto un primo breve incontro con Donald Trump. Hanno fatto seguito un paio di faccia a faccia col segretario al Tesoro Steven Mnuchin.

Con il rialzo di ieri siamo al secondo in tre mesi, ed al terzo dalla fine della Grande Recessione.

Ancora dal comunicato del FOMC, il braccio esecutivo della FED che agisce sui tassi: “Graduali aggiustamenti consentiranno all’economia di crescere a un ritmo moderato, le condizioni del mercato del lavoro continueranno a migliorare e l’inflazione si stabilizzerà attorno alla soglia del 2% nel medio termine”

Effetti

Forse gli effetti saranno ancora più importanti delle cause. Come ha affermato Yellen, “L’aumento dei tassi è appropriato alla luce dei progressi dell’economia, mentre la politica monetaria resta accomodante.” Attendere troppo potrebbe avere effetti negativi, con rialzi troppo bruschi in troppo poco tempo.

Per il cittadino la manovra consentirà di incassare maggiori interessi sui risparmi, ma avrà oneri più cari sui muti, prestiti e carte di credito.

E le Borse, come l’hanno presa? Anche se era una notizia scontata, che effetti ha prodotto? Buoni, a giudicare da quanto è successo ieri negli USA. Il Dow ha chiuso a + 0,54%, ad un passo dai 21.000 punti. L’S&P500 ha fatto ancora meglio, con +0,88%. Il Nasdaq l’ha seguito a ruota, con +0,74%. Il mercato dei bond, ovviamente, è crollato.

Perché questo ottimismo? È giustificato? Ci sono molte ragioni per dire di sì, ma due in particolar modo.

  1. L’Economia USA va a pieno ritmo, come accennato sopra. Il rialzo di ieri, e gli altri due previsti per il 2017 avranno lo scopo di raffreddare il giusto. La FED ritiene che l’economia non debba crescere troppo velocemente, in questo andando un po’ contro l’opinione del presidente Trump. Quest’ultimo, infatti, vorrebbe che il PIL salisse al 4%. Come? Con una aggressiva politica di tagli fiscali ed 1 trilione di dollari di lavori infrastrutturali.
  2. L’aumento dei tassi è chiaramente negativo per il mercato dei bond. Il deflusso, cominciato quando c’è stato il primo rialzo, non si è mai fermato. Semmai, può ancora continuare. E questi soldi, dove andranno. La risposta è facile. Nelle azioni, ed infatti è quello che sta succedendo.

Conclusioni

Altri due rialzi sono praticamente certi nel 2017, a meno che l’economia USA non rallenti in modo sostanziale. Qualcuno dice anche tre. Al momento la FED si trova davanti ad un nodo cruciale. Sostenere la ripresa, o evitare un surriscaldamento dell’economia e dei prezzi con ricadute finora poco prevedibili. Scenari per ora teorici, almeno a sentire la Yellen. Il Governatore, infatti, vuole smorzare i timori sul rischio di uno scontro con la Casa Bianca spiegando che l’aumento dei tassi non riflette speculazioni sui progetti trumpiani.

I mercati continueranno a guardare con favore la politica della FED fintanto questa non sarà apertamente contro  la salita dei medesimi. La fuoriuscita dai bond è sicura al 100% sulle scadenze lunghe; meglio orientarsi su quelle corte per trovare un po’ di rendimento (poco).

Chi volesse leggere l’intero comunicato del FOMC può cliccare qui: FOMC statement.

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