Intervista a Maurizio Esentato, fondatore e ceo di Classis Capital, sulle nuove regole del gioco imposte dalla MiFID II.
L’impatto delle MIFID II, almeno nella fase iniziale, sarà nell’analisi del portafoglio, dei costi e dei rischi. Inevitabilmente, da questa analisi scaturirà un impatto per la ridefinizione dei portafogli.
Sarà richiesto agli intermediari, come ben noto, di porre in evidenza quali saranno i costi. Un portafoglio, comunque sia costituito (titoli di stato, azioni, fondi, ETF) avrà un peso dei costi complessivo assolutamente diverso da adesso.
Qui entrerà in gioco il modo in cui il consulente si vorrà porre. Alcuni attori cercheranno il miglior prodotto al costo inferiore; quindi, cercheranno di distinguersi per una asset allocation ed una visione macroeconomica effettivamente vincente. Altri, invece, avranno un approccio molto più bottom-up, quindi molta più attenzione ai singoli casi, alle singole azioni, alle singole obbligazioni.
Questi modelli non potranno che scaturire dalle competenze all’interno delle singole organizzazioni. Questo tema, purtroppo, non è conosciuto, o non viene riconosciuto, dal cliente finale. Quest’ultimo, oggi, non ha una chiara distintività tra reti di promotori, servizi proposti da una banca o da un private banker.
Una maggiore trasparenza, ed informazione sui costi, obbligherà una certa distintività anche nei modelli di business. Questi ultimi dovranno imporsi all’attenzione anche di consumatori e clienti diversi, allo stesso modo in cui si acquista un’auto piuttosto che un’altra.
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