Intervista ad Alberto Cattaneo, del team delle gestioni patrimoniali Ersel, in merito allo scenario di macroeconomia globale.
Ciò che ha caratterizzato il 2017 dovrebbe essere un elemento di continuità anche per il 2018. Quindi, crescita economica globale sostenuta ed al di sopra del potenziale; ripresa del ciclo economico internazionale e del commercio; profittabilità aziendale particolarmente evidente; mercato del lavoro vicino al pieno impiego nei mercati sviluppati, senza particolari tensioni sui salari, quindi sui prezzi.
A tutto questo ha fatto fronte un atteggiamento accomodante delle banche centrali. L’assorbimento dello stimolo quantitativo, quindi, dovrebbe essere molto graduale, sia da parte FED che dalla BCE.
Negli States, la crescita economica sarà sostenuta dal recente stimolo fiscale dell’amministrazione Trump. Ci potrebbe quindi essere una moderata ripresa dell’inflazione. Molto del sostegno all’economia avviene in una fase matura del ciclo economico. L’occupazione è quasi piena, quindi la maggior domanda potrebbe tradursi in maggiori spinte salariali. Di conseguenza, la FED dovrebbe far salire gradualmente i tassi in accordo alle proprie aspettative.
In Europa, scenario economico ancora favorevole; crescita sincronizzata per tutte le aree. Partecipano tutti i paesi, anche quelli che erano più indietro, come il nostro. Anche qui l’inflazione è bassa, e lontana dai target della BCE. Si muoverà, probabilmente, molto lentamente verso il target stabilito del 2%, ma non lo raggiungerà.
In Giappone, cambiamento non da poco. La stagnazione del PIl nominale, durata quasi 20 anni, si ormai giunta al termine. Risalgono quindi sia il PIL reale che la dinamica dei prezzi. Le conseguenze potrebbero esserci ovviamente in Giappone (e quindi nelle sue asset class, principalmente azioni e valuta), ed anche nel resto del mondo. Il Giappone, infatti, ha esportato principalmente deflazione, negli ultimi 20 anni. Il fatto che non lo faccia più è grandemente positivo a livello globale.
Nei paesi emergenti, tutte le aree, Cina esclusa, hanno beneficiato della ripresa del commercio mondiale. Anche il prossimo anno il trend della ripresa economica dovrebbe continuare a manifestarsi.
In Cina, le autorità hanno deciso per un rallentamento controllato dell’economia. Lo hanno fatto per fronteggiare l’eccesso di debito generato negli ultimi anni. Quindi la Cina affronterà un probabile decoupling (scollamento) dal ciclo economico internazionale nel 2018. Perciò, tutte le altre aree dovrebbero crescere in maniera sincrona, mentre il PIL cinese dovrebbe rallentare gradualmente. Essendo un rallentamento programmato, non dovrebbero esserci effetti né a livello domestico, né globale.
Crescita ancora visibile, presente ovunque e sincronizzata; dinamiche di inflazione sotto controllo, ma che potrebbero rivelarsi in aumento. Le banche centrali monitoreranno questo rischio, e continueranno con il riassorbimento del QE. Quest’ultimo fatto è già in pratica in America, lo sarà nel futuro prossimo in Europa, ed ancora più in là anche in Giappone.
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