Tensioni sul commercio e politica monetaria: il punto sui più recenti avvenimenti economico-finanziari sui mercati con Andrea Rocchetti, Responsabile area consulenza Moneyfarm.
A giugno la temperatura si è alzata, nell’arena politico-economica internazionale. L’America ha annunciato nuovi dazi, e Cina ed Europa hanno risposto. Sui giornali si parla di guerra commerciale, ma è molto difficile da dire se sia vero o no, se sia realmente una guerra o solo un aggiustamento delle politiche commerciali. Allo stato attuale delle cose non c’è da preoccuparsi eccessivamente degli effetti economici di medio termine di queste politiche.
In un contesto come questo è legittimo che paesi che presentano forti squilibri provino a riassettare la propria bilancia commerciale. Nel brevissimo termine questa cosa sicuramente impatta sui mercati valutari e sui listini azionari. La situazione va comunque monitorata, soprattutto alla luce di possibili effetti di contagio a settori più ciclici. La migliore arma, in questa situazione è , come sempre, la diversificazione settoriale.
Giiugno sarà ricordato come un mese importante per la politica monetaria. Draghi ha parlato, e la BCE ha detto che interromperà l’acquisto netto di obbligazioni a dicembre. Attenzione: la BCE non sta chiudendo i rubinetti; continuerà ancora a reinvestire i flussi derivanti dalle obbligazioni in scadenza, cioè circa 15 miliardi al mese, ancora a lungo. Non alzerà i tassi almeno fino all’autunno 2019.
I mercati hanno festeggiato alle parole del governatore, che ha anche fornito date precise e certe agli operatori come ulteriore garanzia nel medio termine. La BCE si aspetta anche un’accelerazione dell’inflazione per la fine dell’anno. oggi siamo all’1,1% con la core, 1,9% quella generica. Si può star certi che Draghi farà di tutto per sostenere l’economia finché non vedrà dati certi, e che lo lascino sicuro.
Il 3 gennaio è partita la nuova normativa, una delle più importanti mai apparse nel settore della consulenza e del risparmio gestito. Serve a tutelare il risparmiatore. Prevede infatti trasparenza massima nell’esplicitazione dei costi per la consulenza e er i prodotti finanziari.
La Commissione Europea purtroppo ci ricorda quanto noi italiani si sia indietro in materia di educazione finanziaria, e di costi associati agli investimenti stessi. Siamo terzultimi per quanto riguarda il costo dei fondi obbligazionari, quartultimi per quelli azionari, ed ultimi, in Europa, in materia di polizze vita.
Si spera quindi che non solo MIFID2, ma anche la recente normativa sui prodotti assicurativi, serva a colmare un gap ancora troppo ampio, che va a completo svantaggio del risparmiatore italiano.
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