Investire negli indici azionari, soprattutto nella logica di medio lungo termine,
è sicuramente una strategia interessante ed una strategia vincente, ma attenzione: quando si va a investire in questi indici,
il morgan stanley world, l’S&P500, il FTSEMIB, il Dax30, che cosa significa veramente? Che cosa si sta comprando veramente?
E’ questo l’aspetto interessante, perché molto spesso gli investitori, o comunque anche i consulenti, ragionano su questi
indici, ma non sempre c’è una conoscenza effettiva di cosa ci sia dentro questi indici.
Ora per prima cosa l’idea è… ma se io investo in questi indici, sto investendo nelle società migliori del mercato, o in
quelle che vanno o andranno meglio? Qua bisogna intendersi su cosa si intende per migliori, che vanno meglio e, ad esempio,
se io investo nell’S&P500, so che sono le prime 500 aziende americane, ma nulla mi dice che un anno, magari, vadano meglio
le azioni smallcap. Però a grandi linee, se sono le prime, le più grandi aziende americane, posso presumere che queste
aziende siano quelle che sappiano, eventualmente, magari, reggere meglio nei momenti critici di mercato, quindi comunque sto
investendo, lo possiamo dire, in quello che è la crème del mercato poi, di queste aziende, che fanno parte dell’S&P500, o
dell’Euro Stoxx 600, del Dax30, del CAC40, certo, qualcuna potrà anche andar male. Però qui c’è una cosa interessante.
Che cosa succede se, a un certo punto, un’azienda che è all’interno di un indice inizia non andar bene, e la sua
capitalizzazione scende? Beh, sappiamo che a un certo punto, probabilmente, uscirà dall’indice, verrà sostituita con
un’altra azienda che invece, come dire, entrerà nell’indice perché magari sta crescendo. Come dire, c’è qualcuno che della
serie A retrocede in B, e invece qualcuno che dalla B sale in serie A.
Questo è un aspetto molto interessante, che forse viene poco considerato, ma significa che comunque, se io investo in questi
tipi di indici, ho sempre comunque le società che stanno andando meglio, perché se una società comunque va male, prima o poi
uscirà dall’indice. Quindi, tutto sommato, sto effettivamente investendo nelle società migliori, anche se, chiaro, questo
non è che mi dà una garanzia di rendimento certo tutti gli anni.
C’è poi un altro aspetto, però, da considerare. Come sono proprio costruiti gli indici. Normalmente gli indici vengono
costruiti sulla capitalizzazione, quindi nell’indice si mettono le società più capitalizzate. Però se voi andate a scavare,
scoprirete che molti indici sono anche costruiti tenendo conto del flottante, quindi può darsi che io abbia una società più
grande dell’altra in termini di capitalizzazione, ma se il suo flottante minore (ricordo che per flottante si intende la
parte di azioni che sono in mano al pubblico, cioè quelle che non fanno parte delle partecipazioni di maggioranza) può darsi
anche che magari pesi di più un indice una società che complessivamente magari è meno capitalizzata, ma che ha più flottante.
Quindi, in realtà, bisogna andare a vedere come viene costruito l’indice.
Ora, tutto sommato, però, se mi baso sulla capitalizzazione, chiaro che nell’indice pesano di più le società più grosse.
Tuttavia ci sono altre versioni degli indici che bisognerebbe conoscere. Ad esempio, io potrei investire sull’S&P500 equally
weighted. In questo caso significherebbe che io investo nelle prime 500 aziende americane, ma che queste aziende sono pesate
in maniera uguale, quindi vuol dire che non c’è una differenza, quindi se la Apple sale o scende avrà lo stesso effetto della
cinquecentesima società che fa parte dell’indice, e questa è un’altra logica di investimento. Ad esempio, se prendo un ETF
sull’S&P500, devo sincerarmi che sia sull’S&P500, oppure che sia sull’S&P500 equally weighted.
Altre considerazioni sugli indici sono importanti. Prendiamo ad esempio gli indici internazionali, il Morgan Stanley World.
Come viene costruito? All’interno di questo indice come pesano i diversi paesi? Anche qui, spesso, non si ha un’idea precisa.
ùNormalmente, anche in questo caso, il peso di alcuni paesi dipende molto dalla capitalizzazione complessiva delle borse,
quindi è chiaro che in tutti questi indici peserà molto di più l’America. Però, ultimamente, si stanno sviluppando anche
degli indici basati invece sul GDP, cioè sul PIL, quindi si va a ricalibrare la composizione dell’indice considerando non
tanto la capitalizzazione dei mercati azionari di quel paese, ma il GDP, il PIL di quel paese, che allora la situazione è
diversa. Quindi, in realtà, quando si va investire in questi indici azionari, bisognerebbe forse prima capire bene cosa c’è
dentro.
Mi permetto di osservare che comunque si sta andando a investire nell’economia reale. Ultimamente si fa un gran parlare di
investire nell’economia reale, riferendosi più che altro agli investimenti magari in piccole e medie imprese non quotate,
ma io ricordo a tutti che se investo in un indice azionario come l’S&P500, anche in quel caso io sto investendo nell’economia
reale.
In conclusione, però, un aspetto a mio avviso molto interessante, che sembrerà banale, a prima vista, ma che viene spesso
dimenticato, è che questi indici, in particolare gli indici internazionali molto diversificati, il Morgan Stanley World,
l’S&P500, l’Eurostoxx 600, hanno un’altra caratteristica fondamentale, e cioè non possono fallire. Non si è mai pensato, non
si può pensare che un indice fallisca. Quindi che cosa vuol dire vedere che se io investo in uno di questi indici, in
un’ottica di medio lungo, termine, certo l’indice potrà oscillare, potrà salire o scendere, ma io non mi ritroverò mai a
perdere totalmente il mio investimento come mi può accadere invece se investo in un’azione singola o in un obbligazione
singola.
Questo è l’aspetto a mio avviso che dovrebbe essere ribadito meglio ai clienti, per cambiare anche la percezione del rischio.
Qggi un aspetto importante, questo come portare gli investitori, vista la situazione dei tassi, su investimenti più rischiosi
ecco, far capire, forse che l’S&P500, o il Morgan Stanley World o L’eurostoxx 600 o altri indici, questi in genere non
falliscono, è un modo per iniziare a fargli capire che forse non sono poi così rischiosi come si potrebbe pensare.
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