C’è stato un boom di investimenti passivi sin dall’inizio del millennio, spingendo il flusso di capitali dai fondi comuni agli hedge funds ed agli specialisti del settore. Ma quanto può andare lontano il beta? E gli alfa vedranno una rinascita? Paul Winter, responsabile della ricerca quantitativa – Asia Pacifico, e Shane Edwards, capo globale dei derivati azionari, guardano al futuro degli investimenti.
Il miracolo di alfa è in qualche modo analogo ad un trucco magico. La prima volta che lo si vede, è ipnotico. In ogni caso, a supportare questa capacità all’apparenza impressionante, c’è un approccio logico e guidato da processi logici.
I manager attivi stanno evolvendo i loro processi di analisi quantitativa e fondamentale. Nel farlo, evolvono i loro business verso aree dove possono generare alfa. Per esempio, settori omogenei, come le utilities, l’immobiliare e le telecomunicazioni. Settori, questi, solitamente non adatti per investimenti quantitativi.
La crescita negli investimenti passivi è guidata da una separazione di esposizioni. Da una parte, i fondi comuni diversificati hanno perduto quote di mercato; dall’altra parte, gli specialisti di settore, quelli di nazione e gli hedge funds hanno guadagnato quote di mercato.
L’investimento passivo è diventato sempre più economico. D’altro canto, l’investimento attivo costa parecchio di più, e non fornisce garanzie di successo. Nel loro desiderio di mantenere i costi al di sotto delle strategie attive, al contempo cercando ritorni che superassero quelli degli investimenti passivi, gli investitori esperti hanno guidato una salita nelle richiesta di prodotti smart beta, che sono una intelligente via di mezzo.
Una strategia basata su regole può quindi essere implementata passivamente ed economicamente, per catturare l’esposizione richiesta.
Non si possono dare definizioni nette come nel caso di attivi o passivi. La tecnologia ha spinto l’efficienza di entrambi i mercati, ed ha fatto proliferare l’offerta. Gli investitori possono selezionare le esposizioni che preferiscono, al giusto prezzo.
Molto di ciò che prima si riteneva fosse alfa, sono in realtà ritorni che sono guadagnati indirizzandosi deliberatamente verso esposizioni con fattori di rischio specifici. Per questo ci si riferisce agli smart beta come “investimenti con premio al rischio”. Forse l’area più stimolante della ricerca finanziaria attualmente è cercare di capire tutti i differenti premi al rischio, e come combinarli insieme in un portafoglio attraente.
Questo in realtà dipende da quanti soldi sono sono investiti negli hedge funds. I manager attivi hanno l’obbligo di mantenere il mercato efficiente. Quindi, in realtà, è il mercato degli hedge funds che facilita la crescita degli investimenti passivi.
In questo momento, si pensa che il mercati sia in equilibrio. Comunque, se gli hedge funds continuano a crescere, è probabile che gli investimenti passivi crescano di conseguenza.
Sperare di essere compensati per prendersi dei rischi è uno dei concetti fondamentali della finanza. Senza queste aspettative, perché qualcuno dovrebbe prendersi dei rischi? Perché qualcuno dovrebbe immischiarsi con la volatilità del mercato azionario invece di lasciare i propri soldi al sicuro in banca? Se non fosse per l’aspettativa di ritorni più alti, nessuno lo farebbe.
Le ultime ricerche mostrano che i manager attivi sovraperformano il mercato; questo è parte di un trend in crescita da tempo. In breve, i manager attivi tendono a sovraperformare quando la dispersione dei ritorni è alta, e la correlazione dei medesimi è bassa.
Dato che una popolazione che invecchia guida una più bassa crescita dei ricavi, c’è l’opportunità per i manager attivi di sovraperformare nei prossimi 10 anni. L’esposizione attiva è, forse, da preferire comparata a quella passiva.
Strategie che possono performare bene sono: crescita di alta qualità; reddito di alta qualità; fondi specializzati su nazioni; fondi specializzati per settore; hedge funds.
