Che cos’è il questionario che le banche sottopongono quando volete fare un (piccolo) investimento? Si chiama MIFID, ma in realtà è il profilo di rischio. A cosa bisogna stare attenti? In studio: Fabio Picciolini (Esperto finanziario) e da Milano Claudia Segre (Presidente Global Thinking Foundation).
Un telespettatore ha scritto su questo argomento. Ha ereditato una piccola somma e voleva investirla. Gli hanno proposto delle obbligazioni. Dopo le spiegazioni, gli hanno chiesto di firmare il “profilo di rischio”. Le risposte del risparmiatore non andavano bene per quell’investimento, ed il bancario gli ha suggerito di cambiarlo. Ovviamente, il risparmiatore ha desistito. Chiede delucidazioni sul profilo di rischio, appunto. Ma, soprattutto, chiede come investire i propri soldi se “le sue risposte non vanno bene.”
In riferimento alla lettera… se il profilo è sbagliato, NON si devono cambiare le risposte, si deve cambiare investimento, chiaramente. Se quello è il mio (dell’investitore) profilo di rischio, NON posso cambiare le domande. Si deve trovare, obbligatoriamente, qualcosa che vada bene per l’investitore.
Il profilo di rischio deve essere sottoscritto per qualsiasi prodotto finanziario e d’investimento. Va fatto sempre, e deve essere periodicamente rinnovato. Non solo a periodi fissi, ma anche se cambia la situazione della persona che ha investito. Solo il conto corrente non ne ha bisogno.
A livello di educazione finanziaria siamo fanalino di coda dei paesi OCSE, addirittura dopo la Grecia. Anche i clienti con patrimoni ingenti mancano di educazione finanziaria. Lo affermano sia l’OCSE, appunto, che la CONSOB.
È un problema enorme. Per questo la nuova legge sull’educazione finanziaria diventa fondamentale per fare un salto di qualità come Paese.
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