Gestioni patrimoniali. Cosa sono? Caratteristiche e vantaggi | Salvadenaro

Le gestioni patrimoniali sono forme di investimento che permettono al risparmiatore di affidare, tramite un mandato, l’investimento del proprio patrimonio a un gestore (SGR, SIM e banche autorizzate a prestare questo servizio). A differenza dei fondi comuni, la gestione patrimoniale non viene effettuata “in monte” ma separatamente per ogni cliente del gestore. Caratteristiche e vantaggi li spiega Andrea Ragaini vide direttore generale di Banca Generali.

Trattandosi di un servizio di investimento personalizzato, e non dell’acquisto di un prodotto standard, il portafoglio di ciascun cliente è potenzialmente diverso da quello di ogni altro e definito sulla base di un’analisi accurata delle sue esigenze e dei suoi obiettivi di investimento. Le gestioni patrimoniali sono prodotti finanziari di origine anglosassone e nascono per curare gli interessi di investitori con ingenti capitali. In Italia, tuttavia, la pratica delle gestioni patrimoniali assume forme diverse, ed in parte è rivolta oggi anche ai risparmiatori medio-piccoli.

È possibile distinguere due tipologie principali di servizi di gestione patrimoniale:
– Gestione Patrimoniale Mobiliare (GPM): il patrimonio viene investito prevalentemente in strumenti finanziari “classici” (azioni, obbligazioni…);
– Gestione Patrimoniale in Fondi o SICAV (GPF/GPS): il patrimonio viene investito prevalentemente in quote di organismi di investimento collettivo del risparmio (fondi comuni, SICAV, ETF, ecc.).

Le GPM, o “gestioni a investimento diretto”, sono concentrate sul mercato domestico e perseguono l’obiettivo di massimizzare i risultati, e sono uno strumento di investimento destinato a medi e grandi investitori. L’obiettivo primario delle GPF/GPS, o “gestioni a investimento indiretto”, è la diversificazione dell’investimento, per offrire la possibilità di cogliere le migliori opportunità dei mercati internazionali e in differenti tipi di attività finanziarie, riducendone nello stesso tempo i rischi. Quindi, si tratta di un tipo di gestione adatta anche per i risparmiatori più piccoli.

Per le gestioni patrimoniali serve un capitale a partire da 400 -500 mila euro. Per le Gpf si parte da 50 mila euro.

Le gestioni patrimoniali mobiliari

Le Gestioni Patrimoniali Mobiliari (GPM) sono gestioni patrimoniali individuali su mandato del cliente che comprano singoli titoli azionari e/o obbligazionari. All’interno della gestione ci possono essere anche quote di fondi comuni d’investimento, ma non necessariamente. Individuato il profilo di rischio del cliente, questi deve scegliere tra le diverse “linee”, che comunemente sono almeno tre: obbligazionaria, bilanciata e azionaria. La somma minima per accedere a tali tipi di servizi è alta, poiché si rivolgono a investitori medi e grandi, e possono essere richieste cifre che in alcuni casi superano i 500.000 euro, così da poter dare al gestore la possibilità di investire sui diversi mercati internazionali applicando una corretta diversificazione, con conseguente abbassamento del rischio. Come altri tipi di investimento finanziario, le GPM richiedono un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, per dare modo alle strategie di investimento di ottenere il massimo risultato.

Le gestioni patrimoniali in fondi

Le Gestioni Patrimoniali in Fondi (GPF) sono prodotti finanziari che, come suggerisce il nome stesso, investono il denaro in fondi comuni d’investimento e Sicav diversificando su vari prodotti. Si tratta quindi di un tipo di gestione adatta anche per i risparmiatori medio-piccoli. Al momento della sottoscrizione, il risparmiatore può scegliere tra diverse linee di investimento, più o meno prudenti o aggressive a seconda del profilo di rischio, pertanto può delegare la gestione dei risparmi alla banca o Sim di fiducia in base al proprio profilo. In alcune linee di Gestioni Patrimoniali in Fondi, sarà il gestore stesso a decidere liberamente le percentuali da investire in fondi obbligazionari e in fondi azionari. Le migliori gestioni sono quelle multimanager, che possono diversificare su fondi di diversi gestori e non limitarsi a quelli – non sempre all’altezza – del gruppo bancario che si occupa della GPF. Le GPF non multimanager sono, parafrasandone l’acronimo, “Gestioni Patrimoniali Finte”: in tal caso, tanto vale investire direttamente in fondi.

Le gestioni patrimoniali total return

Le gestioni patrimoniali “a ritorno assoluto” (o total return), già diffuse nei mercati anglosassoni e solo da una decina d’anni anche in Italia, nascono come innovativa evoluzione delle tradizionali gestioni patrimoniali “a benchmark”. In queste ultime, il gestore deve confrontarsi con il parametro di riferimento, per cui in uno scenario di mercato negativo il gestore è “bravo” se perde meno del benchmark, ma il cliente può essere ugualmente insoddisfatto perché aveva in mente di ottenere un rendimento positivo. La gestione “a ritorno assoluto”, invece, è basata sull’ottimizzazione della curva di rischio/rendimento, in modo da ottenere la soddisfazione del cliente in termini di rendimento assoluto sul capitale investito, ed è totalmente svincolata da parametri di riferimento. Il cliente può scegliere tra diversi livelli di rischio (ad es., basso, medio, alto), cui corrispondono diversi livelli di rendimento annuo atteso indicativo, che rappresentano obiettivi raggiungibili con un’elevata attendibilità (superiore al 90%).

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