Banche italiane: cosa aspettarsi nel 2019 | Q Consulenze Finanziarie

Antonello Cattani di Q Consulenze Finanziarie fa il punto sulla situazione delle banche italiane e sui rischi per i risparmiatori.

Punti nodali

  • A novembre 2018 sono stati fatti gli ultimi stress test sulle banche europee; quelle italiane risultano promosse;
  • Nonostante questo, il 2018 è stato un anno infausto per le banche in Borsa, con perdite che vanno dal -32,44% di banco BPM al -24,26% di Unicredit;
  • L’ovvio responsabile di queste perdite è lo spread, chiaramente, ancora troppo alto, ed in questa situazione da troppo tempo;
  • Lo spread, chiaramente, penalizza il valore dei titoli di stato che gli istituti di credito hanno in portafoglio;
  • A questi problemi, si è aggiunto nelle ultime settimane il caso Carige, che va avanti da parecchio tempo comunque, e che è stata salvata, per decreto del governo, da un fallimento praticamente certo, anche per salvaguardare i risparmiatori;
  • I grandi gruppi sembrano dunque abbastanza solidi, pur con annosi problemi irrisolti (troppi titoli di stato e crediti deteriorati, nei loro portafogli), mentre ci sono istituti minori che presentano invece problemi strutturali spesso irrisolti (oltre a Carige, anche la Popolare di bari non se la passa bene…);
  • I pericoli, per i risparmiatori, sono da intendere nel fatto che la ripresa di questi anni degli utili bancari è da imputare ad un’attività non tradizionale, quale quella del trading (e delle relative commissioni), piuttosto che dal business di fungere da deposito di denaro e di prestarlo all’economia reale, che è (era?) la loro attività principale;
  • Dal 2008 in poi (Grande Recessione, la ben nota crisi che abbiamo conosciuto tutti), le banche si sono buttate molto sul trading, anche perché hanno considerato il loro business tradizionale di raccolta fondi e prestito poco redditizio e magari pericoloso, visto il numero di fallimenti aziendali di quegli anni;
  • Le commissioni, cioè le spese applicate ai correntisti sugli investimenti, hanno quindi sostituito il prestito di denaro;

  • Le banche si sono quindi accanite in questo nuovo business, spesso in modo molto aggressivo, anche attraverso un uso massiccio del loro personale, legando anche parte delle retribuzioni alla vendita di prodotti spesso rischiosi, ma per loro molto remunerativi;
  • Per il 2019 il rischio principale è che questo business continui, visto che i tassi ufficiali della BCE saranno ancora bassi almeno fino all’autunno;
  • Il principale consiglio, dunque, è quello della massima prudenza; fondi venduti come sicuri, nel 2018, hanno tutte perdite piuttosto pesanti, con quelli azionari anche in doppia cifra negativa;
  • L’unica arma di difesa del risparmiatore è l’informazione; leggere bene i prospetti relativi ai prodotti che vengono consigliati, magari anche servendosi del consiglio di un professionista, prima di fare un investimento (dopo è, spesso, troppo tardi);

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