L’intervento del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria alla 44esima edizione del Forum The European House – Ambrosetti. Nel video è presente l’intervento integrale.
Nell’ultimo intervento della tre giorni sul lago di Como il titolare del Mef ha predicato calma in vista della manovra finanziaria spiegando che non conterrà tutti i provvedimenti ma che non sarà un «tutto e subito».
Introduzione
Gradualità, equilibrio, prudenza. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha usato a Cernobbio il passo felpato da professore di economia. A lui è spettato l’ultimo intervento del Forum Ambrosetti, e lo ha usato per tracciare i confini in cui si muoverà la prossima manovra di bilancio; soprattutto per parlare della necessità di creare un ambiente favorevole agli investimenti, una parola che è musica per le orecchie degli imprenditori seduti in platea.
Pochi dettagli e nuovo altolà sul deficit
La messa a punto della manovra di bilancio incalza. Ma Tria non si è scomposto. Niente dettagli. Piuttosto ha ribadito che ci sarà gradualità. «Non tutto subito», ha scandito alle televisioni che lo assediano. Poi ha spiegato che ci sarà un convitato di pietra dal quale non si può prescindere: il mercato. «È inutile cercare 3 miliardi in più di deficit – ha detto – se poi ne perdiamo altrettanti sul mercato». I toni sono cauti. Talvolta professorali. L’unico sobbalzo per la platea è stato quando il ministro ha citato la «distruzione creatrice schumpeteriana».
Conte chiarisce: nessuna pace fiscale
Tria non ha parlato dei provvedimenti singoli, nemmeno della «pace fiscale», un tema sul quale è intervenuto invece Palazzo Chigi per precisare che l’8 settembre il premier Conte a Cernobbio non ha parlato di condono: «Nella proposta che sarà avanzata dal Governo si offrirà ai contribuenti l’occasione di immettersi nel nuovo regime fiscale, che risulterà organicamente riformato, azzerando le pregresse pendenze contributive».
“Nella manovra ci sarà equilibrio”
Sulla manovra, ha assicurato Tria, si procederà mantenendo «equilibrio» tra i vari capitoli che la compongono. Reddito di Cittadinanza, Flat Tax, superamento della Fornero, investimenti procederanno di pari passo, gradualmente, con un primo passo, con coperture che non poggiano sul deficit spending. Arrivano invece dall’interno del bilancio e da quello che si riuscirà a concordare con l’Ue. Il 10 settembre, ad esempio, Conte incontrerà il presidente del consiglio europeo Donald Tusk. «Le regole vanno rispettate», ha detto anche Tria con un assioma che sarebbe lapalissiano se non arrivasse dopo mesi di strappi politici con Bruxelles.
“Il governo punta ad una crescita dell’1,6%”
Prima di tutto questo, con l’aggiornamento del Def bisognerà comunque ridefinire il quadro di crescita, che l’Unione Europea prevede sarà per l’Italia dell’1,3% quest’anno e dell’1,1 il prossimo. L’obiettivo chiaro del governo è quello di rilanciarla e il ministro sui numeri ha giocato con la platea. «Se iniziassi il mio intervento dicendo che l’obiettivo è quello dell’1,6% cosa pensereste voi? Probabilmente penserebbero che stia parlando dell’indebitamento netto, del deficit – ha affermato – Vorrei parlare invece di obiettivo dell’1,6% per la crescita. Questo è l’obiettivo del governo».
“L’obiettivo è quello della riduzione del debito”
Il fatto che il pensiero vada subito al debito e non al Pil è per Tria un automatismo che fa trasparire «una deviazione cognitiva, che rischia di impoverire il ragionamento». Tria ha parlato anche del calo del debito, che il premier Conte aveva indicato nelle sue linee programmatiche per la fiducia, in una «linea prudente fin da subito». Del resto un filo invisibile lega debito, mercati e crescita. «La riduzione del rapporto debito/Pil significa un rafforzamento e un consolidamento della presenza sui mercati finanziari dell’Italia che libererà risorse che attrarrà investimenti. E questo è importante per un governo che si pone la crescita come primo obiettivo». Tre parole che il ministro-professore tornerà a ripetere ancora molto spesso.
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