L’analisi delle possibili conseguenze di un voto anticipato in Italia concomitante con la stesura della legge di Bilancio per il 2018. Il prof. Paolo Onofri affronta le probabili ripercussioni dal punto di vista macroeconomico; il partner Prometeia Cosimo Musiello quelle sui mercati finanziari. In definitiva, un pericoloso (forse) incrocio tra elezioni ed economia.
I problemi sono molti. Il principale è andare, se le elezioni fossero a febbraio, a formulare una legge di bilancio che avrebbe molte spinte di natura elettorale. Dovrebbe invece affrontare problemi di stabilizzazione del debito e, in prospettiva, una sua riduzione.
Dall’altra parte, se le elezioni fossero anticipate, ci sarebbe la possibilità, dopo l’eventuale formazione di un governo (tutt’altro che scontata) di poter comunque rinviare l’aumento dell’IVA. Quest’ultimo, come ben noto, dovrebbe scattare il 1° gennaio 2018. Forse sarà solo più ridotto, ma comunque è impossibile che non ci sia, stante quanto richiesto da Bruxelles ed approvato dal Parlamento.
La prima previsione che si potrebbe fare riguarda lo spread BTP-Bund. Secondo i calcoli e le previsioni di Prometeia, a cavallo tra fine 2017-inizio 2018 si dovrebbero raggiungere e superare i 200 punti base.
Questo potrebbe condizionare la dinamica dei mercati azionari, soprattutto quella dei titoli bancari. Ne verrebbe fuori, probabilmente, una performance inferiore del mercato azionario italiano rispetto a quello dell’area UEM.
Gli indicatori fondamentali, per fortuna, indicano ancora un mercato azionario italiano sottovalutato rispetto ai competitors europei. Questa sottovalutazione potrebbe portare le case di investimento a continuare ad investire nella nostra nazione visto il consistente premio al rischio che paghiamo.
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