Puntata speciale presso gli studi de “Il Sole 24 Ore” in cui viene presentata la nuova ricerca Consob sulle abitudini finanziarie degli italian; sanno risparmiare, ma non conoscono ancora il mercato degli investimenti. Manca educazione finanziaria. Ospite Alessandro Plateroti, Vicedirettore de “Il Sole 24 Ore”.
Il rapporto è uscito a metà della scorsa settimana. E’ una fotografia piuttosto fedele del rapporto tra finanza e risparmio degli italiani. Emerge chiaro un bipolarimo. Da una parte, c’è un Paese con una straordinaria capacità di risparmio, che cresce di anno in anno malgrado la crisi. Allo stesso tempo, gli italiani non sanno gestire i soldi in termini di investimento.
Sì. Si sa risparmiare, ma non si sa utilizzare bene questo risparmio. Le lacune sono quelle tradizionali, con la diffidenza verso le istituzioni finanziarie in prima fila. Non solo, ma solo il 7% si rivolge ad un consulente finanziario indipendente. Si preferisce ancora dare retta al vicino di casa, agli amici od alla famiglia per investire.
Esatto. Addirittura ci sono lacune sulla stessa gestione del bilancio familiare. Cioè, su come andare a risparmiare senza incidere negativamente sulla vita di tutti i giorni dal punto di vista finanziario.
Colpisce l’attrazione che gli italiani continuano ad avere nei confronti del mercato finanziario. Ma colpisce anche l’incomprensione delle dinamiche dello stesso, cosa che denota scarsa informazione. Questa informazione è latente sia dal punto di vista della cronaca, cioè degli avvenimenti stessi che, soprattutto, sull’educazione finanziaria di base.
Meno della metà degli italiani è in grado di dare definizioni corrette di inflazione, tassi d’interesse, obbligazioni, rendimento. Ciò vuol dire che la strada è ancora lunga. Ed è molto grave pensare che ci si possa informare senza informarsi, cosa che invece si percepisce la gente crede di poter fare. E’ anche colpa dei media, certamente, non riuscire a fornire un tipo di informazione corretta, e riuscire a fornire educazione finanziaria adeguata.
E’ il mercato del gratta e vinci. Invece di bilanciare rischio ed opportunità, quando si investe, si effettuano operazioni che contribuiscono a mantenere ampia la differenza di comprensione tra rischio ed opportunità. L’italiano ha bisogno non solo di formazione al mercato, ma ha bisogno di avere un sistema intorno di cui fidarsi. La fiducia del mercato italiano nei confronti del sistema è ancora bassa.
E’ il retaggio storico dell’Italia: finché la barca va… Ma se si ferma subito ed affonda? E questo rischio è molto forte. Le incognite e le insidie dei mercati di oggi sono tali che richiedono un’attenzione costante.
Le potenzialità odierne dei mercati sono enormi; gli italiani hanno enormi risparmi da liberare per investimenti; si creerebbe così più valore ed un effetto moltiplicatore della ricchezza. Purtroppo ciò significa assumersi responsabilità verso la propria famiglia, e guardare avanti.
Esatto. Altro dato che deve far riflette è la mancanza di diversificazione. Siamo ancora a solo uno, due strumenti finanziari per portafoglio medio degli italiani; per contro in Francia, ad esempio, siamo ad una media di cinque, sei.
C’è quindi una panorama enorme, come opportunità, dal punto di vista degli operatori. E dal punto di vista del mercato c’è chiaramente un’offerta senza precedenti.
In America prima, e poi in Europa, arrivò una legge che si chiamava “conosci il tuo cliente”. Cioè, identificarlo. Oggi bisogna capovolgere il concetto, andando veramente a conoscerlo. Bisogna entrare nell’ottica delle esigenze e del servizio al cliente, non solo della mera conoscenza. E’ un vero salto culturale.
E’ una falsa sensazione di sicurezza. Negli ultimi anni c’è stata una diffusa sensazione che tutto andasse bene, e che tutto salisse, per dirla con gli americani, con la marea. Non è così, chiaramente. Appena qualcosa cambia, le persone entrano in crisi, perché non hanno le basi per poter fare da soli.
Non è più il mercato dell’investitore fai da te. Chi pensa di aver capito tutte le dinamiche, in realtà non ha capito niente. L’investitore che ha tutte le risposte non ha capito la domanda, come diceva Templeton.
Ci sono vari fattori. E’ la società del benessere. Creare dei moltiplicatori di ricchezza è fondamentale con guadagni così ristretti in tanti campi. L’ansia c’è, certamente, Quindi bisogna far lavorare il denaro ove sia possibile, perché non ci sono più le soddisfazioni retributive di una volta. Una piccola quantità da investire nel risparmio spesso fa la differenza.
Studio, salute, pensione, lavoro, risparmio. Sono cinque punti di una mano invisibile che dovrebbe spingere il paese verso l’alto. E passano tutti per gli oltre 4000 miliardi di risparmio degli italiani. Questo è uno zoccolo duro che non è stato intaccato da niente. Va preservato e coltivato. Attraverso un percorso formativo che passi da informazione e formazione gli italiani devono acquisire sicurezza finanziaria.
Purtroppo ci sono limiti nel rapporto tra italiani e mercati finanziari che continuano a riproporsi ogni anno. Il nuovo mercato finanziario è fatto su misura per l’economia digitale. C’è quindi il rischio che si allarghi ancora di più il gap tra chi è in grado di comprendere queste nuove dinamiche e chi non vuole, o non può, farlo. Quindi si rischia di farsi ingannare da false promesse, senza un’educazione finanziaria adeguata. Il mondo è cambiato anche per la finanza.
A volte si inseguono trend che sono già in scomparsa. Oggi si parla di cashless society, ovvero società in cui non si usa più il contante. Basta pensare al Telepass. Oggi serve per le autostrade; in futuro ci pagheremo l’autogrill, il parcheggio, la benzina. E vorrà dire che staranno cambiando gli strumenti di pagamento.
La prima responsabilità è nei confronti della propria famiglia. La famiglia è un patrimonio, ed il risparmio è il patrimonio della famiglia. E’ importante che la famiglia sappia come viene amministrato il proprio patrimonio. Quindi devono esserci persone responsabili e competenti a gestirlo. Dei professionisti.
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