Intervista a Massimo Giacomelli, responsabile direzione rete consulenti finanziari di Widiba, in merito a come la MIFID2 cambierà il concetto di consulenza.
La certificazione è il vero elemento distintivo, perché concentra tutti gli sforzi sulle competenze. La MIFID 2 porterà alla luce non solo i costi dei prodotti ed i prodotti stessi, ma farà comprendere a chi vanno i soldi delle commissioni dei clienti. Il consulente dovrà avere delle valide motivazioni per poter rappresentare le proprie capacità relazionali e le proprie competenze.
La certificazione supporterà i consulenti finanziari per creare un reale valore aggiunto che il cliente percepirà e che sarà disposto a pagare.
Una grandissima opportunità, soprattutto per chi eroga un servizio di consulenza come professione. L’evoluzione del consulente va verso la trasformazione in qualcuno che tutelerà il patrimonio complessivo del cliente. Nel farlo, darà meno spazio alle performance di prodotto.
Il CF dovrà continuare a fare il suo mestiere, ma cambierà molto. Cambierà perché le regole della MIFID2 renderanno più difficoltoso fare lo switch frenetico a cui alcuni sottopongono il denaro dei clienti. L’evoluzione del consulente deve essere, e sarà, comunque graduale.
Widiba ha tre percorsi nella propria piattaforma. Il primo è la consulenza di prodotto, che è quello che i CF fanno già oggi, e che verrà allineato alla MIFID2. Il secondo è la consulenza di portafoglio, che consentirà di parlare con i clienti di consulenza in modo più allargato. Il terzo è la consulenza globale; quindi non solo finanziaria, ma immobiliare, del portafoglio presso terzi, e soprattutto del bisogno del cliente.
Questo tipo di consulenza potrà essere fatto solo in maniera certificata. Sia Widiba che i propri consulenti sono certificati UNI-ISO. La certificazione, di tipo internazionale, garantisce l’operabilità in mancanza di conflitto di interessi.
Qualche ripercussione ci sarà sicuramente. Sarà una forte opportunità per chi vuole fare consulenza vera. Sarà una minaccia per quei CF che ancora oggi hanno portafogli con un gestito inferiore ai 5 milioni. Il motivo è facilmente comprensibile: guerra di prezzi al ribasso tra le SGR, e conseguenti commissioni in riduzione per i CF.
Quindi le SGR, per rimanere sul mercato, dovranno cercare di essere più competitive. Avranno quindi meno proventi dalla retrocessione delle case di investimento, e dovranno aumentarli con parcelle di consulenza finanziaria vera e propria.
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