Banca Intesa acquisterà una parte delle banche venete oramai dichiarate ufficialmente fallite, anche dalla BCE. La parte buona, naturalmente. Come siamo arrivati a tutto ciò? Un chiaro e preciso video del Financial Times riassume il tutto.
L’Italia si è spinta a rafforzare la fiducia nel suo fragile sistema bancario, dopo aver accettato di pompare 5 miliardi di euro dei soldi dei contribuenti in due banche di medie dimensioni oramai dichiarate fallite. Il tutto mentre consegna le parti buone di queste banche a Intesa Sanpaolo, il più forte lender (prestatore) del paese.
Il governo ha deciso di affrontare la questione Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, dopo che la BCE ha avvertito che entrambe stessero fallendo.
Pier Carlo Padoan, il ministro dell’economia, ha detto che lo stato offrirà garanzie addizionali per altri 12 miliardi di euro. Ciò naturalmente significa un possibile totale di 17 miliardi di euro per coprire le perdite dei crediti deteriorati (NPL) delle due banche. Gli iniziali 5,2 miliardi di euro includono 4,8 miliardi per Intesa per mantenere i suoi ratio di capitale a seguito dell’acquisizione delle due banche. Gli altri 400 milioni di euro sono garanzie contro il rischio che alcuni dei crediti acquisiti da Intesa diventino di cattiva qualità.
Questa mossa da parte delle autorità italiane significa che le filiali ed i dipendenti delle banche venete diventano parte di Intesa SanPaolo.
Il decreto legge realizzato in fretta deve ancora essere votato in legge. Ci sono 60 giorni di tempo per farlo, a partire da domenica 25 giugno.
Il primo ministro italiano Gentiloni ha detto che l’intervento era “importante, urgente e necessario” per prevenire un “fallimento disordinato” delle due banche. Il sistema finanziario italiano aveva già messo 3,5 miliardi nelle banche venete. Era successo nell’ultimo anno, attraverso il fondo Atlante, direttamente sponsorizzato dal governo.
Circa 4 miliardi di euro degli azionisti e 1,2 miliardi in debito junior saranno lasciati nelle banche da liquidare, e bruciati. Questo è quanto prevedono le regole sugli aiuti di Stato. Gli investitori retail a cui sono stati venduti inopinatamente i debiti junior verranno compensati interamente.
L’Italia sta già procedendo ad una ricapitalizzazione precauzionale del Monte dei Paschi di Siena, la quarta banca per asset della nazione.
Il Banco Popular, in Spagna, è stato salvato questo stesso mese da Santander. In quel caso, però, le perdite degli obbligazionisti hanno evitato che ci fosse un qualunque costo per il contribuente iberico.
L’italia, tuttavia, è stata capace di aggirare le regole bancarie della UE ed utilizzare i soldi del contribuente. Lo ha fatto invocando una clausola di “interesse pubblico”. Perché l’ha fatto? Roma ha detto che il fallimento delle banche avrebbe disastrato e fatto naufragare l’economia nella prosperosa regione del nord-est.
La lunghezza di tempo che ha richiesto ai regolatori di decidere sulla questione delle banche ha sollevato, e solleva, domande. Domande pressanti sul ruolo della supervisione bancaria.
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