Oggi ancora pochi fuori dalla Cina conoscono il colosso cinese Xiaomi. Ma a breve sarà sulla bocca di tutti (anche in Italia dove aprono a fine Maggio…)
Chi conosce Xiaomi? A parte gli addetti ai lavori, fuori dalla Cina, quasi nessuno. Tra pochissimo, però, ne parleranno tutti e sarà sulla bocca di tutti, anche in Italia.
Per prima cosa, si quotano in Borsa. 100 miliardi di dollari di quotazione, la più alta dopo il 2014. In Borsa raccoglieranno una decina di miliardi. La cosa non può passare inosservata.
Xiaomi non produce solo cellulari o smartphone, come alcuni (fallaci) media italiani hanno scritto. Certo, sono il quarto produttore al mondo di questa cosa, ma fanno di tutto e di più (un po’ come Samsung, ndr). E quello che producono lo vendono sia online che offline, nei negozi fisici.
La previsione è di aprire 2000 negozi in tutto il mondo, inclusa la Cina, entro il 2019 (sono più di tre negozi al giorno). A Milano aprono il 26 maggio, ed invaderanno anche l’Italia con i loro negozi monomarca tipo Apple Store. E sono efficienti ed efficaci soprattutto dal punto di vista della redditività al metro quadrato, superiore anche a nomi molto più blasonati, come Tiffany.
C’è un personaggio superfamoso in Cina, Lei Jun. Ha lanciato l’azienda dopo i 40 anni. In pochi anni, da startup che era, l’ha trasformata in un colosso, con 15.000 dipendenti e fatturato di miliardi di dollari.
La loro strategia è molto semplice. Vanno sul mercato e tengono margini bassissimi sull’hardware, anche se di qualità. Il business vero lo fanno, ovviamente, su tutti i servizi che ci vendono sopra. Giochi, ebooks, servizi finanziari, investimenti, di tutto di più. Il concetto è di mettere in mano ad una persona lo smartphone. Quando la cosa è stata fatta, si monetizza su tutto il resto.
Considerazioni interessanti
Come fanno a creare così tanti prodotti così velocemente? Perché sono davvero tanti… Accelerano ed incubano una serie di startup. Quindi, hanno centinaia di startup che fanno centinaia di prodotti. Loro hanno una percentuale di ognuna di queste aziende, e gli mettono a disposizione la loro enorme piattaforma online ed offline. L’esempio di quella azienda che produceva asciugamani antibatterici e che è stata messa da Xiaomi sulla loro piattaforma, andando da pochi soldi all’anno a 100 milioni di dollari di fatturato in un “respiro”, è illuminante.
Si può dire che Xiaomi sia un po’ l’IKEA della tecnologia. Ed è difficile competere con un concetto simile, perché offrono al consumatore un’offerta a cui è difficile dire di no e rinunciarvi. Offrono un prodotto premium, di alto livello, ad un prezzo accessibile per tutti.
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