La richiesta di robot industriali è in aumento; The Economist ha chiesto a persone diverse di indovinare quanti posti di lavoro sono attualmente appannaggio di robot, non di esseri umani. Le risposte, come è ovvio, sono state varie… e sorprendenti.
La domanda, per la precisione, è stata: nel mondo, quale percentuale di lavoratori industriali sono robot?
Hanno risposto persone molto diverse, e che non si conoscevano prima.
Cosa è venuto fuori? Per prima cosa, che bisogna ben definire che cosa si intenda esattamente per robot. Inoltre, che questa definizione dipende in quale industria le macchine si trovino a lavorare. Per esempio, è ben saputo da molti che nell’industria automobilistica si faccia largo uso di macchine che aiutino nella costruzione di auto, automatizzando i processi più ripetitivi e pesanti. Al contrario, gli intervistati ritengono che nell’industria tessile siano coinvolti molti meno robot. La ragione? Principalmente perché sono più economici.
Ovviamente, balza subito alla mente come ci voglia una persona che istruisca e segua la macchina, od un numero maggiore di essi. Sempre più persone verranno addestrate per programmare e seguire i robot.
Inoltre, secondo un intervistato, è indubbio che certi lavori siano più adeguati per le macchine.
In definitiva, però, nessuno pensa che gli esseri umani possano essere esclusi dai processi produttivi; piuttosto, gli uomini dovranno adattarsi alla sempre maggiore presenza di robot.
Una ragazza scozzese evidenzia come il lavoro di produzione del whisky non possa essere automatizzato… perché, per esempio, i barili devono per forza essere fatti a mano.
In definitiva, quali sono state le percentuali? Si è andati dal ritenere che solo il 10% dei lavoratori industriali siano robot, al 30%.
La risposta è, forse sorprendentemente, che solo lo 0,7% dei lavoratori industriali siano robot. Chiaramente, la cosa ha stupefatto tutti, e dimostra con evidenza come ci sia un notevole errore sistematico sull’argomento.
La richiesta di robot industriali sta accelerando, vista la tendenza all’automatizzazione. Ma le vendite sono dominate da due industrie soltanto. Quella dell’auto è la prima, col 38% delle presenze robotiche; quella elettronica, inclusa l’industria dei computer, è la seconda, con un 25% (fonte: International Federation of Robotics).
Il settore a minor rischio di automazione, secondo McKinsey, è l’educazione.
La ragazza scozzese, che è quella che aveva scelto il 10% come percentuale, ha comunque evidenziato come tra la sua risposta, risultata la meno sbagliata, e quella corretta, ci siano comunque più di 10 ordini di magnitudine, e la cosa è chiaramente stupefacente.
Un ragazzo cinese ed uno indiano, che erano concordi per un 20% di presenze, lo sono stati anche nel ritenere che, chiaramente, questa percentuale crescerà nel futuro.