Nicolo Carpaneda di M&G Investments discute le cinque famiglie chiave di indicatori di macroeconomia da considerare quando si valuta la salute generale di un’economia sviluppata o emergente.
Da dove si può incominciare per definire il valore, al salute e la crescita di un’economia? Ci sono 5 famiglie di indicatori di macroeconomia che sono fondamentali per fare ciò. Essi sono i consumi, gli investimenti (pubblici e privati), la spesa pubblica, le esportazioni e le importazioni. Queste ultime due sono una la sottrazione dell’altra. Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è dato dalla somma di questi elementi, come evidenziato nella formula riportata a video.
E’ molto importante partire dal PIL e dalla crescita del PIL.
Quando si deve determinare se un’economia si sta sviluppando e stia crescendo, si guardano subito i numeri del suo PIL; il trend, in questo caso, è più importante dei singoli numeri della crescita. Il PIL sta aumentando davvero? Il PIL si sta realmente espandendo? Quali sono le ragioni di questi fenomeni?
Il PIL è la somma di un numero di fattori complessi, che in realtà però sono semplici, e sono quelli precedentemente delineati. Se la crescita complessiva del PIL od il suo trend sono importanti, lo sono però altrettanto i singoli componenti della formula del PIL.
Quando sono in salute le famiglie? Quanto spendono e quanto risparmiano? Per questo si guardano gli schemi che concernono i consumi.
Quanto sono confidenti le società nell’economia di una nazione? Quanto denaro spendono od investono? Quella particolare economia è realmente competitiva? Anche questi sono fattori molto importanti da considerare.
Quando sta investendo e spendendo il governo? Qual’è il bilancio tra esportazioni ed importazioni? Questi sono il primo set di indicatori che di solito si prendono in considerazione.
Un’altro set di fattori da considerare sono quelli monetari. Tra questi ci sono i tassi di interesse, ed i prezzi alla produzione ed al consumo, cioè le misure dell’inflazione.
Ci sono poi gli indicatori del mercato del lavoro, cioè quanto sia in salute il mercato del lavoro in una nazione. Chiaramente, il tasso di disoccupazione e le misure che da esso derivano sono i più importanti. Non da sottovalutare sono i costi del lavoro per unità produttiva, cioè quanto sia competitivo un dato lavoro in una data nazione. Una data nazione attrae investimenti perché è conveniente?
Un set di indicatori molto importante per definire il momentum di un’economia sono i cosiddetti indicatori ciclici. Si tratta quindi degli indici PMI (Purchasing Management Indexes), cioè l’opinione degli esperti sulla futura espansione o contrazione di determinati settori.
Si guarda poi alla produzione industriale, alla confidenza delle società in quella data economia ed in quella dei consumatori. Queste misure sono utilizzate per vedere se ci si può attendere una crescita negli investimenti o nei consumi.
L’ultimo set di fattori da tenere a mente sono i conti correnti. Probabilmente questo è il set più complesso da considerare. Esso fa parte della bilancia dei pagamenti di una nazione, ed è estremamente importante per stabilire la salute di un’economia. Il conto corrente è la somma del bilancio degli scambi commerciali (esportazioni meno importazioni), più i trasferimenti netti di denaro tra le nazioni, più il reddito netto dalle riserve estere.
Quando abbiamo un surplus di conto corrente, quella data nazione è un prestatore di merci e servizi verso le altre nazioni; quando abbiamo un deficit, quel dato Paese è un ricevitore netto delle medesime col resto del mondo. In altre parole, se c’è un surplus, il valore delle riserve estere aumenta; il contrario se c’è un deficit.
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