Globalizzazione. Chi sono i vincitori ed i vinti? | Marketplace APM

La lente crescita dei redditi nella classe media dei paesi ricchi come l’America, il Giappone e la Germania è ampiamente attribuita alla globalizzazione. La mancanza di mobilità verso l’alto è stata frustrante per molti, portando ad un aumento del populismo politico su entrambi i lati dello spettro. L’ex economista della Banca Mondiale Branko Milanovic ha creato il “grafico elefante”, che risponde alla domanda: Chi sono i vincitori e perdenti della globalizzazione?

Che cos’è la globalizzazione?

Quando si usa questa parola, si parla del movimento di cose attraverso i confini nazionali. Ogni tipo di roba: cose, servizi, denaro, persone, idee.

Fino alle fine del 1700, inizio dell’800, il mondo non è cresciuto molto, economicamente parlando. Era piuttosto piatto, per così dire. Poi, all’improvviso, accadde qualcosa. Questo qualcosa è stato l’enorme aumento della qualità delle vita delle persone nell’Europa Occidentale ed in Nord America, grazie alle varie fasi della rivoluzione industriale. Le loro vite migliorarono sensibilmente nel corso del secolo seguente. Nel resto del mondo, invece, non cambiava molto.

Globalizzazione 2.0

C’è poi stato un altro cambiamento. E’ arrivata la seconda fase della globalizzazione, il che ci porta ad una cosa conosicuta come il “grafico dell’elefante”. Questo grafico è stato creato da un’economista di nome Branko Milankovic. Il grafico ci dice molto riguardo alla disuguaglianza globale, e su chi siano stati i vincitori ed i vinti sin dalla fine degli anni ’80.

Come si vede, il grafico è fatto come un elefante; ci sono tre punti chiave sul grafico stesso. Il punto A è la testa dell’elefante. E’ la storia delle economie emergenti. La classe media che si sta sviluppando, particolarmente in Asia. Una persona è probabilmente nata in India od in Cina, ed la lasciato la fattoria per la città. Ottiene elettricità, refrigerazione, un reddito migliore. Si vive più a lungo e si vive meglio.

Il punto B sono i lavoratori in Germania, Giappone e negli Stati Uniti. Sono la metà più bassa delle economie ricche. Ottengono un giusto quantitativo di denaro paragonato al resto del mondo, ma i loro redditi non sono migliorati. Questi sono i perdenti relativi dell’ultima generazione. Se da punto B si guarda sopra la propria spalla a tutto il progresso fatto dal punto A, non si è proprio contenti di ciò che si vede. Si può ragionevolmente pensare che le proprie perdite siano state causate dai guadagni ottenuti dal punto A. Guadagni andati alle economie emergenti, agli stranieri, agli immigranti. Ciò ci permette di capire meglio la salita dei politici che vogliono aumentare le divisioni, come accaduto in Olanda, in Francia, negli Stati Uniti. Populismo di destra.

C’è quindi il punto C. Questo è il famoso 1% globale. I loro redditi sono aumentati. Questi sono i plutocrati. Sono le persone più ricche del mondo. E se si guarda a chi sta guardando quelli in alto al punto C, sono gli stessi che sono in basso al punto B. Ciò ci permette di capire la rabbia nei confronti dei super ricchi. I movimenti come Occupy Wall Street, e la campagna di Bernie Sanders per le primarie del Partito Democratico. Questo è il populismo della sinistra.

Conclusioni

Gli esperti ci hanno avvertito per decenni che se non si fa niente per questi problemi di distribuzione di ricchezza, qualcosa accadrà di sicuro. Politicamente, qualcosa sta già accadendo.

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