Risparmio: l’unica garanzia per noi e per il paese | Mercati che fare

Mentre le agenzie di rating si stanno esprimendo sul nostro debito pubblico, il risparmio degli italiani è visto come unica garanzia del Paese. Ma le ricchezze delle famiglie sono congelate, e non vengono valorizzate. In studio Paolo Gualtieri, Professore ordinario di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative presso Università Cattolica di Milano.

Inquadriamo la questione

  • Le agenzie di rating, valutando il credito ed il risparmio di una nazione, orientano le scelte degli investitori e le condizioni di accesso al credito;
  • L’Italia, secondo Moody’s, rientra nella categoria più bassa degli investimenti consigliati;
  • Mancanza di coerente agenda di riforme per la crescita, e conseguente crescita debole nel medio termine;
  • L’outlook sulla nazione, per l’agenzia americana, rimane comunque stabile (fattore positivo). Ci sono ancora importanti punti di forza in Italia, primo tra tutti, l’importante livello di risparmio, paracolpi per futuri shock, e potenziale fonte di finanziamento per lo Stato;
  • Risparmio privato come unico punto di forza del Paese;

Due cose emergono: attenzione non positiva verso l’Italia e presenza di un forte risparmio privato come unica garanzia per la nazione stessa

  • Sì. Forza dell’Italia sono un buon tessuto produttivo, soprattuto al Nord, e con alcuni campioni internazionali, ed un forte risparmio privato;
  • Speranza è che quest’ultimo non debba essere utilizzato per ripagare l’enorme debito che ha fatto lo Stato;
  • Nel breve, questo rischio non esiste: attenzione però, che siamo in una fase non positiva, di rallentamento, del ciclo economico e finanziario, anche a livello mondiale;
  • In caso di marcato rallentamento, quindi, solo il risparmio degli italiani potrebbe aiutare a superare una nuova crisi;

Il risparmio dovrebbe però servire innanzitutto alle famiglie, non allo Stato, ma in questo momento storico è realmente molto improduttivo…

  • L’Italia non è riuscita ad attrarre il risparmio degli investitori;
  • Quindi, il risparmio gestito, quello più avveduto, investe molto all’estero;
  • Deve essere la nazione stessa ad essere capace di attrarre il risparmio estero ma, prima di tutto quello nostrano;
  • Coi PIR qualcosa è stato fatto ma, al momento attuale, siamo veramente fermi;

La demografia sta però cambiando il modo di investire, anche in virtù delle lunghe età che si raggiungono. E, per vivere a lungo e decorosamente, ci vuole denaro…

  • Questo fatto tocca inevitabilmente il tema delle pensioni. Tutti vorrebbero averla decorosamente alta, ma le mutate condizioni di vita, ed il debito dello Stato, non lo rendono possibile;
  • L’allocazione del risparmio privato dovrebbe, quindi, tenere in considerazione questa migliorata ed allungata prospettiva di vita, ed essere allocato di conseguenza, ad integrare quanto possa essere fornito come pensione;

E’ possibile che il vivere in un momento storico non facile peggiori la visione anche del presente, facendoci vivere peggio di quanto in realtà non sia possibile?

  • Sicuramente questo meccanismo psicologico è presente;
  • Da ammettere che in Italia, come ovunque nel mondo, la situazione non è omogenea. Ci sono aree dove si vive meglio e, di conseguenza, aree dove si vive peggio;
  • Queste differenze provocano disagi sociali e forse, anche iniziative politiche radicali ed estreme, come stiamo vedendo al momento;
  • I risparmiatori guardano al loro domani finanziario con paura;
  • Su e di queste incertezze si nutrono gli atteggiamenti populisti a livello internazionale;
  • “La cultura del breve periodo che domina su mercati e media alimenta la paura e scoraggia un investimento intelligente”. Queste le parole di Larry Fink, CEO di Blackrock;
  • Ottica miope e cattiva gestione del risparmio non aiutano;
  • Liquidità in eccesso nei portafogli, senza portare valore, è molto dannosa;
  • Importantissimo attuare quanto prima la trasformazione dei risparmiatori in investitori consapevoli;

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