Qual è la situazione dell’ industria italiana? Il manifatturiero italiano chiuderà il 2018 con un fatturato in aumento dell’1.7% a prezzi costanti, in rallentamento rispetto al +2.8% del 2017, a causa della maggiore incertezza sul piano internazionale ed interno, che continuerà a condizionarne la crescita anche nel prossimo biennio (+1.6% media annua nel 2019-‘20). Il commento di Alessandra Lanza, Partner di Prometeia.
Le nostre imprese si affacciano su un prossimo biennio arrivandoci con una ristrutturazione importante del tessuto industriale italiano. Sono molto più sane, sono molto più redditizie, hanno recuperato in termini di marginalità i livelli pre crisi. Questo è vero per tutte le classi dimensionali, piccole, medie e grandi. Sono tornate ad investire, e l’hanno fatto sulle tecnologie più innovative, e hanno rimesso soldi in azienda, quindi aumentando il capitale proprio, per cui ci affacciamo su un biennio che si presenta più difficile e più complesso, dal punto di vista dello scenario economico internazionale, con un tessuto produttivo più sano.
Nella prima parte del 2018, le esportazioni italiane di manufatti hanno mantenuto ritmi di sviluppo superiori a quelli dei principali competitor dell’Unione europea, conservando o guadagnando quote in un ampio ventaglio di mercati. La buona competitività sui mercati internazionali si confermerà nei prossimi anni e si rifletterà in un ulteriore incremento del saldo commerciale, atteso sfiorare i 98 miliardi di euro nel 2020, al netto delle materie prime e dei prodotti petroliferi.
Nel biennio 2019-‘20, il maggior contributo alla crescita del manifatturiero continuerà a giungere dalla Meccanica, che eserciterà un effetto traino su tutti i settori della filiera. In ripresa anche gli Autoveicoli e motocicli, dopo la battuta d’arresto dell’anno in corso. Aumenti contenuti si attendono anche per i settori produttori di beni di consumo e intermedi.
Dai bilanci 2017 emergono segnali di ulteriore miglioramento del profilo economico-finanziario del manifatturiero, con margini e redditività tornati sui livelli pre-crisi. L’industria italiana si mostra, nel complesso, più capitalizzata e caratterizzata da una maggiore solvibilità rispetto al recente passato, potendo contare quindi su basi più solide per affrontare uno scenario non privo di rischi.
La capacità di resilienza del manifatturiero deriva anche dal recente progresso sul fronte degli investimenti immateriali, nonostante permanga ancora un gap dell’Italia nei confronti dei partner europei. La produttività delle imprese risulta infatti positivamente correlata con l’adozione di alcuni comportamenti strategici, quali la registrazione di brevetti e marchi e l’ottenimento di certificazioni di qualità e ambientali.
I settori che si immaginano che riusciranno a vincere la sfida internazionale, anche in un contesto internazionale più complesso, sono i settori tecnologici, dalla farmaceutica, alla meccanica, all’elettrotecnica.
Chi desiderasse, può scaricare il report completo della ricerca di Prometeia, in collaborazione con Intesa SanPaolo, qui.
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