Quantitative easing. La grande sfida del suo alleggerimento | Financial Times

Dall’inizio della crisi finanziaria mondiale, le principali banche centrali hanno stampato denaro e hanno acquistato beni per un valore pari a 12 trilioni di dollari. Hanno fatto quello che si chiama alleggerimento quantitativo, o quantitative easing in inglese. Ma è possibile far tornare la politica monetaria a qualcosa di normale, adesso? Il direttore del Financial Times, Chris Giles, esamina la strada difficile che tutti si trovano davanti.

I numeri sono veramente enormi; Dall’inizio della crisi finanziaria mondiale la FED, l BCE, la BoJ e la BoE hanno stampato denaro e comprato asset per una cifra spaventosa: 12 trilioni di dollari, appunto. Il tutto è stato davvero un evento enorme, e senza precedenti.

Possiamo tornare a qualcosa di normale dopo il quantitative easing?

La normalità sarebbero tassi d’interesse intorno al 5%, non a zero; e bilanci delle banche centrali vicini ai 3 miliardi di dollari. Possiamo tornarci? La risposta breve è: non nel futuro prossimo.

Quella che è più vicina ad una normalizzazione è la FED; ha pianificato di incominciare a ridurre il bilancio nell’ultima parte dell’anno, probabilmente in autunno. La cifra probabile dovrebbe essere intorno ai 6 miliardi di dollari mensili, che dovrebbe alzarsi gradualmente fino a 30. Paragonare questo ai 4,5 trilioni di dollari che ha in portafoglio è come paragonare una goccia all’oceano.

Nessuna altra banca centrale sembra che possa ancora farlo. In Europa ed in Giappone le banche centrali stanno ancora stampando denaro e comprando asset. E la Banca d’Inghilterra fronteggia enormi incertezze dovute alla Brexit.

Cosa succederà?

Tutto questo accade mentre i tassi d’interesse sono molto bassi, e lo resteranno ancora a lungo. Le ragioni di ciò? Una popolazione che invecchia; una bassa crescita della produttività; un eccesso di risparmio. Questi fattori hanno ridotto l’attrattività della spesa in capitale. I bassi tassi d’interesse sono d’altronde necessari per bilanciare i risparmi e gli investimenti desiderati.

In parte a causa della salita del debito pubblico e privato, chi va a chiedere di farsi prestare soldi dovrà fronteggiare un denaro più costoso. A causa di tutto questo, la politica monetaria non andrà da nessuna parte in fretta.

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