La situazione dei mercati finanziari. Il punto per Ersel a cura di Andrea Rotti
Intervista ad Andrea Rotti, direttore del team delle gestioni patrimoniali Ersel, in merito alla situazione dei mercati finanziari.
Estate particolarmente tranquilla, senza volatilità. A settembre di nuovo concentrati su politica monetaria ed azione delle banche centrali. Quali erano le attese? Per la BCE e la BOJ, che si potesse assistere ad una ulteriore espansione di programmi di acquisto monetari. Ciò non è avvenuto. Difficile cambiare adesso, soprattutto per la BCE. La BoJ non se l’è sentita di aumentare ancora il volume di acquisti. ha però posto l’attenzione alla curva dei rendimenti. In pratica, ha detto ai mercati che tutta la curva tenderà ad appiattirsi verso lo zero. Obiettivo è far salire l’inflazione, ma senza lavorare sui volumi.
Sia per Europa che per Giappone sarà sempre più importante l’operato a livello fiscale. La politica monetaria da sola non basta. In Europa, però, parlare di stimoli fiscali non è facile. Flessibilità e deficit sono legati a doppio, triplo filo con la politica. Questo vale soprattutto per noi italiani, con l’approssimarsi del referendum. Questo momento, infatti, porrà l’attenzione sulla nostra nazione e dirà quanto siamo affidabili… o meno. In Giappone è tutto più semplice. Politica fiscale già espansiva, ma ci si attende molto di più.
La FED è stata, ahinoi, piuttosto ondivaga. Avevano promesso tre rialzi dei tassi, ne vedremo (forse) due. La Yellen aveva detto di guardare di più alle dinamiche interne. Non è stato così, perché quando in USA le cose andavano bene, si è preferito stare fermi per questioni internazionali. In effetti, Cina e Brexit hanno preoccupato, e non poco. A settembre non si è agito causa flessione economica ad agosto. Si è quindi rimandato tutto (forse, appunto) per dicembre. In ogni caso, l’atteggiamento della FED è sempre cauto. L’economia americana è comunque stabile, ed in leggero rialzo, sempre più di Europa e Giappone, comunque. La recessione è ancora lontana, sebbene il ciclo sia più che maturo.
In Europa ruota tutto intorno alla politica fiscale, data la crescita asfittica che c’è. Quindi più spesa pubblica, o per le infrastrutture, e maggiore export con gli emergenti. Questi ultimi sono in netto miglioramento, a cominciare dalla Cina (ciclo del credito).
La politica degli investimenti sui portafogli rimane comunque impostata ad un equilibrio. Niente maggior rischio nelle obbligazioni. Si concede qualcosa al reddito fisso nei paesi emergenti causa ciclo e sentiment positivo. Anche l’immobilismo della FED fa bene a questi mercati. Equilibrio anche nelle componenti azionarie, con sovraesposizione a USA ed Europa, e leggero sottopeso per gli emergenti.
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