Le banche centrali preparano i mercati. Sterlina in forte deprezzamento. Il punto di IG Italia

Banche centrali preparano i mercati. Sterlina in forte deprezzamento. Il punto di IG Italia – Market Update – 5/10/2016

Proseguono in calo le borse europee con gli operatori che sembrano essere ancora un po’ scossi delle indiscrezioni trapelate ieri pomeriggio su un possibile riduzione degli acquisti mensili da parte della Bce, nonostante la secca smentita del portavoce dell’Istituto di Francoforte.

Il mercato non era per nulla preparato a una simile ipotesi e forse più di qualcuno inizia a dargli un po’ di credibilità dopo che la Bce ha fatto sapere che a settembre non si è parlato di prolungamento della scadenza del QE oltre marzo 2017.

L’impressione che abbiamo è che le Banche centrali stiano tentando di segnalare al mercato di un cambiamento di atteggiamento per prepararli a possibili cambiamenti.

Probabilmente la ragione principale può essere riconducibile in primo luogo a un petrolio che ormai sembra essersi stabilizzato intorno ai 45-50 dollari, elemento questo che impatta sulle aspettative inflattive di medio lungo termine.

In secondo luogo, a un tentativo di difendere gli istituti finanziari dall’erosione dei margini d’interesse.

Intanto se l’azionario rimane in trading range, i movimenti più importanti continuano ad arrivare sul fronte valutario dalla sterlina, ancora sotto pressione.

Il cambio Euro/sterlina ha rotto i massimi del 2013 allungando sopra quota 0,88 e aggiornando i livelli che non vedeva dall’estate 2011.

Male la divisa britannica anche verso dollaro, con il cambio gbpusd che è sceso ai nuovi minimi da 31 anni, sotto quota 1,27.

Proprio questi fattori hanno contribuito al rafforzamento del Ftse 100 ormai a pochi punti dai nuovi massimi storici.

Sul fronte commodity, tenta di resistere alle vendite l’oro dopo aver messo a segno la peggior seduta da dicembre 2013.

I toni meno accomodanti delle Banche centrali hanno aggiunto pressioni ribassiste al metallo prezioso che è giunto al test del supporto strategico di 1.260-1.270 dollari.

Un cedimento di tale riferimento potrebbe portare a un’estensione dei cali almeno sino a 1.200 dollari/oncia.

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